lunedì 26 settembre 2016

IL GESU' "NAZARENO"


Le ricerche cristologiche degli ultimi due secoli hanno anche il pregio di far uscire Gesù dalla nicchia dogmatica in cui noi l’avevamo rinchiuso e imprigionato. Gesù torna ad essere “il nazareno”, palpitante di vita e di fede, non un essere astrale, perfetto, etereo.
“La prassi di Gesù è progressiva, o meglio, è processuale nel senso che Gesù è ‘un essere in processo’, una persona radicata nella storia, soggetta a sviluppo e cambiamento nel campo della conoscenza e della coscienza. Si trasforma la sua idea di Dio e il suo modo di rapportarsi a Lui: dalla distanza alla vicinanza, dalla maestà alla relazione filiale e intima… Si traforma egualmente la sua relazione con il popolo e con i discepoli. Cambia la sua percezione della realtà. Cambia la posizione sociale: dalla tranquillità casalinga alla tensione sociale, dal posto fisso all’instabilità. Gesù vive momenti di incertezza, è esposto ai dubbi di fede, si sente indeciso, esperimenta l’oscurità della storia” (Juan Josè Tamayo-Acosta, Per questo lo hanno ucciso, Cittadella, Assisi 2000, pag. 108). Questo è il Gesù vivo, la via che conduce a Dio, testimone di un amore storico che non cessa di coinvolgerci.
Franco Barbero
(in Olio per la lampada, Pinerolo 2004)