domenica 23 ottobre 2016

UN ARGINE ALLE RIMESSE

In parallelo, sempre il prossimo anno, Torino organizzerà la terza edizione del forum dedicato alla finanzia islamica, un'idea dell'ex direttore generale del Comune, Gianmarco Montanari, che Appendino ha voluto confermare: «La finanza islamica rappresenta un mondo con peculiarità molto interessanti, in particolare etiche, basti pensare al rifiuto verso le speculazioni finanziarie. Purtroppo è ancora poco conosciuta in Italia: su 500 persone al mondo che se ne occupano gli italiani sono quattro». Uno però è a Torino: il professor Paolo Biancone, docente dell'Università, ha fondato l'unico centro di ricerca sulla finanza islamica in Italia. «È la base per elaborare, secondo i principi etici di quella finanza, operazioni interessanti anche su grandi infrastrutture», spiega la sindaca. Inutile dire che le ambizioni di Torino sono concentrate sulla linea 2 della metropolitana: il progetto c'è - anche se la giunta vorrebbe rivederlo - i soldi no (servono un miliardo e 400 milioni). Inutile anche dire che un ponte con il mondo arabo potrebbe servire a trattenere in città almeno una parte delle rimesse spedite in patria dagli immigrati. Si calcola che gli 80 mila islamici che vivono a Torino e - in virtù dei loro principi - rifuggono dalle banche, inviino all'estero circa 300 milioni l'anno. «La finanza islamica», si augura Appendino, «potrebbe diventare un importante ponte con le comunità islamiche, consentendo loro ad esempio di acquistare casa e depositare qui i loro risparmi per avviare un ciclo economico virtuoso».
Andrea Rossi

(La Stampa 13 ottobre)