mercoledì 16 novembre 2016

Israele, le scuse sul terremoto pretese dal Colle dopo la gaffe

GERUSALEMME. Sergio Mattarella, da oggi in visita ufficiale in Israele, ha preteso le scuse al livello più alto. E alla fine sono arrivate direttamente dall'esecutivo di Benjamin Netanyahu. Il portavoce del ministero degli Esteri, di cui è titolare lo stesso premier, ha clamorosamente sconfessato le sconcertanti dichiarazioni del viceministro Ayooub Kara, che aveva «interpretato » il terremoto dei giorni scorsi come una «punizione divina» per l'astensione del nostro Paese sulla risoluzione Unesco. «Parole inappropriate - le ha condannate il portavoce Nahshon - che non rappresentano affatto lo stato delle relazioni fra il governo e lo Stato di Israele e quello italiano». Incassate le scuse, il presidente della Repubblica si è così imbarcato sul volo di Stato che ieri sera lo ha portato a Gerusalemme, per una missione di quattro giorni fitta di incontri con i vertici israeliani, a partire proprio dal premier, e di colloqui anche a Betlemme, dove vedrà il presidente dell'Anp Abu Mazen.
Strappo ricucito, ma dopo lunghe ore di concitazione per gli uomini della diplomazia. Si è messa in moto un'affannosa triangolazione fra Colle, Farnesina e governo israeliano: una corsa contro il tempo per evitare che l'incidente innescato dal viceministro Kara potesse condizionare il viaggio di Mattarella. Fonti diplomatiche italiane hanno escluso una richiesta diretta di scuse da parte del Quirinale. Una dura smentita è comunque arrivata da Tel Aviv, con l'annuncio anche dell'apertura di un'inchiesta a carico del viceministro degli Esteri Kara.
Umberto Rosso

(la Repubblica 30 ottobre)