lunedì 21 novembre 2016

Quale memoria di Gesù?

La cena, abbiamo visto, ci è dunque donata anche per tenere vivo il ricordo di Gesù, per guarire le nostre amnesie. Essa risponde a questo bisogno della nostra fede povera e vacillante. Ma dobbiamo subito aggiungere che non può trattarsi di un "memoria" qualunque di Gesù. Infatti, se si dimentica Gesù quando lo si getta dietro le spalle abbandonando un esplicito riferimento a lui, esiste anche un altro genere di dimenticanza che nasce quando il ricordo di lui diventa solo verbale o sentimentale. In sostanza, la memoria di Gesù, per essere autentica, deve mobilitarci, portarci sulla strada di impegno, di speranza, di lotta e di preghiera in una linea di costante conversione.

La  memoria sovversiva di Gesù deve entrarci nelle midolla e fare di noi delle persone che riprendono continuamente, di fronte a Dio, a se stesse e alla comunità riunita nella cena eucaristica, la responsabilità cosciente di seguire la strada che Gesù inaugurò. Si tratta dunque di una memoria attivante e corroborante che noi alimentiamo proprio ogni volta che ci sediamo attorno alla mensa del Signore. Anzi nella celebrazione della cena del Signore prendiamo coscienza, gioiosamente, del senso profondo della nostra fede e nasce in noi la voglia di "narrarla" agli altri nella vita di ogni giorno.

Ma abbiamo ancora il coraggio di dirci queste cose tanto semplici oppure preferiamo nasconderci dietro i grandi discorsi, forse anche conditi di esegesi e di teologia?

Franco Barbero