giovedì 8 dicembre 2016

Una diffusa manipolazione

Voglio fare ancora un accenno che ritengo necessario, anche se scomodo.
Questo invito ad amarci tra di noi viene spesso usato per invocare un concordismo sociale, ecclesiale ed ecclesiastico piuttosto ambiguo. Io non mi sento in comunione di amore con Trump. Salvini e tanti governanti nostrani che si dichiarano cristiani. Non li amo. È già qualcosa che non li odi. Non auguro loro alcun male, ma non arrivo più in là. Anzi non mi sentirei affatto di partecipare ad un culto cristiano con loro. Se esistesse una giustizia giusta che li mettesse in prigione, come aggressivi, assassini e responsabili delle torture di cui erano a piena conoscenza, non mi sottrarrei al compito di visitarli come carcerati. Ma l'amore deve avere una sua dignità e noi cristiani lo abbiamo svuotato abbracciando e ammettendo nei sacri palazzi o nelle nostre celebrazioni fior di delinquenti vestiti da capi di stato. Ho tra le mie carte la foto di Pinochet che riceve la comunione, quella di Berlusconi ai piedi del papa... Gesù non ha cercato l'abbraccio di Erode, di Pilato, dei sommi sacerdoti.
Restare aperti all'amore per me significa anche non semplificare la realtà e prendere posizioni precise nella società. L'amore vuole la giustizia. Il "vogliamoci tutti bene" non mi sembra proprio un "manifesto" evangelico. F. B.