sabato 21 gennaio 2017

Agrigento, più docenti diabetici che influenzati

AGRIGENTO. L'ultima inchiesta, nella capitale dei malati immaginari, è scattata silenziosamente qualche settimana fa. La procura di Agrigento l'ha aperta dopo avere appreso delle nuove assegnazioni degli insegnanti nelle scuole primarie della provincia: 54 posti liberi su 54 sono andati a titolari di "104". Ovvero a docenti che hanno attestato di soffrire di una patologia e, in forza di quella, hanno ottenuto il diritto di avere una cattedra vicino casa. Una storia che si ripete, per la gioia (si fa per dire) di centinaia di colleghi non "malati" - molti dei quali riuniti in associazioni e comitati - che vedono svanire ogni anno il sogno di un riavvicinamento alla propria città. Questa è la storia di un colossale raggiro che si fonda sull'utilizzo improprio (e illecito) di una legge - la 104 del '92 - nata con nobile finalità: dare un beneficio a chi soffre di un'infermità o ha un parente da assistere.
Ad Agrigento s'è fatto decisamente un abuso dei vantaggi offerti dalla legge. Ci sono 69 persone a processo, fra personale scolastico e medici compiacenti, e altre 252 sono indagate. A ogni verifica, negli ultimi anni, è corrisposto l'accertamento di un'anomalia. La procura ha disposto controlli medici su 140 fra insegnanti, bidelli e altro personale scolastico. L'esito è stato sconfortante. Il diabete mellito è risultato più comune di una banale influenza: uno su due ne era afflitto. Ma il campo di malattie denunciate - e non riscontrate – è così ampio da riempire un manuale universitario: sordità, problemi respiratori, scoliosi, numerosi casi di depressione. C'è persino chi, in base alle carte con le quali aveva ottenuto la "104", risultava gobbo. Quella deformazione, al momento della visita stabilita dal magistrato, è sparita d'incanto.
Ora, i magistrati indagano per truffa e puntano l'indice anche sui camici bianchi: negli atti allegati all'inchiesta madre c'è, ad esempio, un video in cui si vede una dottoressa soffiare nello spirometro in assenza del paziente. Ma il fenomeno è così esteso da spingere il pm che indaga, Andrea Maggioni, a una considerazione: «Qui bisogna leggere oltre l'illecito e interrogarci sull'aspetto sociale e culturale del problema. Credo che tutti, i dirigenti scolastici in primis, debbano farlo».
D'altronde, quando anche1'Inps si è mossa, i numeri hanno smascherato una consistenza massiccia dei "furbetti" del certificate fasullo: solo 543 dei 1007 dipendenti pubblici passati sotto esame hanno visto confermata l'invalidità. Cifre da record, insomma. Come quelle che, quando scoppiò lo scandalo, hanno visto interi istituti "occupati" da personale che dichiarava di essere malato o avere un congiunto da assistere: in una media di Raffadali, poco distante dal capoluogo, 11 bidelli su 11 godevano dei benefici della 104. E in un istituto di Menfi, dove fece un blitz l'ex sottosegretario all'Istruzione Faraone, il 41 per cento di insegnami e collaboratori scolastici risultava penalizzato, o meglio, privilegiato da una infermità.
Emanuele Lauria

(la Repubblica 9 gennaio)