lunedì 27 febbraio 2017

178 lavoratori Pmt finiti nel limbo senza un reddito

Un primato che i lavoratori della Pmt Italia di Pinerolo avrebbero voluto lasciare ad altri. Essere i primi in Italia a rimanere senza un "paracadute" dopo la riforma degli ammortizzatori sociali costruita a pezzi dal governo Monti fino al Jobs Act. Un primato che anche i pinerolesi avrebbero voluto lasciare ad altri: oggi la città, dal sindaco al vescovo fino ai rappresentanti della Chiesa Valdese, è scesa in piazza accanto ai lavoratori, alle famiglie e ai sindacati per chiedere una soluzione. Anche perché la crisi morde: oggi tocca ai lavoratori della Pmt. E domani?
I 178 che oggi non possono lavorare perché l'azienda è fallita e sono stati "sospesi" dal curatore fallimentare sono entrati nel limbo. Non ricevono lo stipendio e non possono nemmeno ricevere la cassa integrazione straordinaria. Perché? Semplice, non è prevista. Una situazione che si è venuta a creare dopo il primo gennaio, quando è scattata la tagliola. Se tutto fosse successo nel dicembre del 2016 i lavoratori avrebbero potuto accedere alla cassa straordinaria. Ora no. Per loro, in prospettiva, ci sarà solo l'Aspi, la nuova disoccupazione, ma solo quando saranno licenziati. E potrebbero passare i mesi.
Al pari della riforma Fornero, che ha creato gli esodati, persone senza lavoro e senza pensione, la riforma degli ammortizzatori sociali ha creato situazioni border line, ma che possono potenzialmente coinvolgere migliaia di persone, in cui gli addetti, pur rimanendo a casa, non prendono né lo stipendio né altri sostegni al reddito. «Serve una revisione urgente di queste scelte», dice Fedele Mandarano della Cgil di Pinerolo. Anche la Fiom di Torino chiede un intervento urgente del governo per dare di che vivere agli operai "sospesi" della Pmt. «La vita non si può sospendere», sottolinea il sindacato dei metalmeccanici della Cgil.
Il deputato di Sinistra Italiana Giorgio Airaudo ha presentato un'interrogazione al ministro del Lavoro Poletti per sapere che intenzioni abbia l'esecutivo. «Bisogna intervenire - dice - i lavoratori non possono subire gli effetti dell'esercizio provvisorio». I tecnici del ministero del Lavoro hanno risposto ad una richiesta del curatore fallimentare, che dei circa 200 addetti ne ha mantenuti 42. Gli altri sono sospesi. E alla richiesta di cassa da parte del curatore Luca Poma il ministero ha risposto che in questi casi non è previsto.
Anche la senatrice del Pd Magda Zanoni ha presentato un'interrogazione e reputa «grave ciò che sta succedendo a Pinerolo. Oltre trenta senatori hanno già sottoscritto il testo che affronta questioni di rilevanza nazionale». Anche lei è stata in marcia insieme ai lavoratori, così come l'assessore regionale Gianna Pentenero.
Prima che la situazione si risolva potrebbero passare mesi. Oggi è in lizza per rilevare dal fallimento la Pmt Italia, che realizza macchine per produrre carta, un'azienda della Repubblica Ceca. È da verificare se l'offerta sia congrua rispetto alla situazione. Giudizio che deve essere dato dal tribunale fallimentare di Torino. E ci vorranno ancora un paio di mesi. Solo dopo la sentenza si chiarirà il futuro di tutti i lavoratori e i 178 cesseranno di essere in stand-by senza un qualsiasi assegno.
Diego Longhin

(la Repubblica 18 febbraio)