martedì 21 febbraio 2017

DIMISSIONI DEL GRAN MAESTRO
PAPA FRANCESCO RIPORTA L'ORDINE NELL'ORDINE DI MALTA


CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. La crisi che da un paio di mesi ha coinvolto in un conflitto senza precedenti Santa Sede e Ordine di Malta, uno dei più antichi, ricchi e influenti organismi a livello di aiuti umanitari nel mondo (100mila i volontari, un miliardo e 700 milioni il patrimonio per i bisognosi), è arrivata a una soluzione radicale: papa Francesco, infatti, ha chiesto - e ottenuto - le dimissioni del Gran Maestro, il numero uno dell'Ordine, Matthew Festing.
Come si ricorderà (v. Adista Notizie nn. 1, 3/17), lo scorso dicembre, su iniziativa del patrono dell'Ordine card. Raymond Leo Burke (tra i grandi avversari di Bergoglio) e del Gran Maestro stesso, con una procedura del tutto inusuale, il Gran Cancelliere barone Albrecht Freiherr von Boeselager, stimatissimo numero tre del prestigioso Ordine della galassia religiosa cattolica, responsabile delle missioni diplomatiche e dell'interno, viene rimosso dall'incarico in quanto, in un progetto di cooperazione a Myanmar e altrove, non avrebbe impedito la distribuzione di preservativi come misura per contrastare la diffusione dell'Aids, contravvenendo così alla posizione della Chiesa che, formalmente, ne vieta l'utilizzo.

Conservatori contro liberal
Una defenestrazione che ha tutto il sapore di una strategia tesa a far fuori Boeselager: i rapporti con lui erano molto tesi, Festing ne aveva subito malvolentieri la nomina a Gran Cancelliere nel 2014, ma nel card. Burke, nominato patrono lo stesso anno, il Gran Maestro aveva trovato un prezioso alleato, racconta Andrea Tornielli su La Stampa (26/1). Lo scopo della misura: cercare di cambiare gli equilibri all'interno dell'Ordine, caratterizzato da un'anima anglosassone più conservatrice (di cui fanno parte Burke e Festing) e una tedesca più aperta (Boeselager).
La rimozione brutale del Gran Cancelliere, però, si scontra frontalmente con la volontà del papa. Informato a novembre della questione da Burke, che spingeva per eliminare Boeselager in quanto troppo "liberal"), Francesco sollecita a dirimere la controversia esclusivamente attraverso un dialogo costruttivo. I vertici, invece, procedono ugualmente alla rimozione del Gran Cancelliere, appellandosi al suo rifiuto di dare le dimissioni perché all'epoca dei fatti - questa la sua difesa, comprovata poi da testimonianze - non sapeva nulla della distribuzione di preservativi, anche se aveva immediatamente chiuso il progetto una volta venutone a conoscenza.

L'inchiesta della Commissione ad hoc
Il siluramento di Boeselager irrita parecchio il papa, che a quel punto fa intervenire il Segretario di Stato card. Pietro Parolin, che ribadisce in due lettere a Festing quanto voluto dal papa e decide di fare luce sulla vicenda avviando un`inchiesta formale sull'Ordine, affidata a una commissione ad hoc. Ciò suscita le ire del Gran Maestro, il quale rifiuta l'ingerenza vaticana rivendicando l'autonomia dell'Ordine e l'indisponibilità a cooperare con la Santa Sede. La situazione precipita, la Commissione porta a termine il suo lavoro raccogliendo centinaia di testimonianze - come riportato da Cindy Wooden del Catholic News Service - gran parte delle quali ostili a Festing - svela Christopher Lamb, corrispondente a Roma del settimanale cattolico inglese The Tablet -, Francesco il 24 incontra Festing ed eccoci al 25 gennaio, quando un portavoce dell'Ordine comunica all'agenzia Reuters che il papa ha chiesto al Gran Maestro «di rinunciare e lui ha accettato». Burke, racconta Tornielli, avrebbe ancora cercato di dissuaderlo dal fare il passo indietro richiesto, sfidando apertamente il papa. Pare addirittura - è sempre Lamb a riferire - che Boeselager sia già stato reintegrato al suo posto di Gran Cancelliere e che tutte le decisioni prese da Festing a dicembre siano state revocate.

Ordine di Malta "commissariato"
Il provvedimento pontificio è tanto più eccezionale dal momento che normalmente il Gran Maestro - così come gli altri vertici dell`Ordine - resta in carica a vita, ed è motivato dal modo in cui Festing - 67 anni, in carica dal 2008 - ha gestito il proprio potere, non collaborando all'inchiesta, disobbedendo al papa e contravvenendo quindi tanto allo Statuto dell'Ordine quanto al Codice di Diritto canonico. Ora, fino all'elezione di un nuovo Gran Maestro, l'Ordine sarà guidato da un "delegato pontificio", come ha fatto sapere la Santa Sede il 25 gennaio, anche se gli statuti del Sovrano Ordine prevedono che le funzioni del Gran Maestro ad interim siano espletate dal numero 2, il Gran Commendatore, attualmente l'austriaco Ludwig Hoffmann von Rumerstein, 80 anni. Festing, da parte sua, ha fatto sapere di aver convocato il Sovrano Consiglio in seduta straordinaria per il 28 gennaio per l'accettazione della sua rinuncia all'ufficio di Gran Maestro. secondo quanto previsto dalla Costituzione dell'Ordine.
La ferma decisione del papa è anche un messaggio obliquo ma chiarissimo al card. Burke - sodale di Festing in tutta questa vicenda - il cui nome in questi mesi è rimbalzato sulle cronache anche per la contestazione del contenuto dell'esortazione del papa Amoris Laetitia. É evidente che il conflitto tra i due si sta facendo sempre più frontale, ma naturalmente il fronte antibergogliano (capitanato dal canonista belga Kurt Martens) si è scatenato, fino ad accusare il papa di aver fin dall'inizio mirato alla testa di Burke, di aver compiuto un "colpo di Stato" sull'Ordine, violando la sua sovranità, e fino a chiedere su Twitter addirittura l'intervento dell'Onu. (ludovica eugenio)

(Adista, 4 febbraio 2017)