sabato 25 febbraio 2017

Il leader che non c'è
Raccomando vivamente la lettura di queste righe dell'amico Tonino Perna comparse sul Manifesto.

"Dalla fine degli anni '70 del secolo scorso c'è stato un mutamento culturale radicale già intuito e denunciato con grande acume da Christopher Lasch nel testo che lo ha reso famoso, La cultura del narcisismo, accompagnato da un sottotitolo profetico: «L'individuo in fuga dal sociale in un'età di disillusioni collettive».
È in questa dimensione esistenziale che la ricerca del leader come punto di riferimento manifesta, allo stesso tempo, il bisogno di una guida che dia un orizzonte ed una speranza in un'epoca di «disillusioni collettive» ed il bisogno di fuggire dalla propria responsabilità/impegno per cambiare la società.
La creazione di un partito o forza politica della Sinistra non potrà non porsi questo problema, che può anche essere affrontato nella sua migliore accezione. Vale a dire: la ricerca di un leader capace di cucire le diverse anime, culturali prima che politiche, del nostro paese. Con alcuni valori forti quali l'uguaglianza, la solidarietà, la pace ed il rispetto della natura.
È quello che hanno fatto Syriza ed il suo leader Alexis Tsipras in un paese con una tradizione di scontro tra le diverse anime della sinistra storica e nuova.
Ed è quello che ci auguriamo nasca anche nel nostro paese, ma che non può essere il frutto di meri accordi di vertice. D'altra parte, sappiamo bene che una forza autenticamente di sinistra nasce all'interno della sfera sociale, nelle forme dell'altreconomia e, soprattutto, nei momenti storici di mobilitazione e conflitto.
Il periodo migliore di Rifondazione comunista seguì ai fatti di Genova del luglio 2001.
In quel violento scontro, carico di torture, pestaggi e violazioni dei diritti umani fondamentali, nacque una generazione politica nuova che riempì le file di quel partito che Fausto Bertinotti, ultimo leader della sinistra radicale, aveva aperto al movimento Noglobal, che marciava contro i Grandi del G7.
Per questo la ricerca di un leader-regista, capace di unire e portare a sintesi le diverse spinte non può prescindere dalla costruzione di movimenti dal basso che lottano e si impegnano, sul piano locale-globale, nella costruzione di una cultura ed una pratica quotidiana alternativa a questa società capitalistica sempre più distruttiva dei legami sociali e degli ecosistemi.
"
(Il Manifesto, 22 febbraio)