venerdì 17 febbraio 2017

LO SCANDALO CON CUI FARE I CONTI

La fede non opera magie.
Quando, come leggiamo nel profeta Abacuc, vediamo "chi rapina a vantaggio della sua casa, per mettere molto in alto il suo nido...e costruisce u8na città sulla violenza e sull'ingiustizia", esce dal nostro cuore un grido di affanno: "O Dio, perché Te ne stai a guardare i perfidi e fai silenzio mentre l'empio sopraffa il giusto?" (1;13).
Ma è ancora Abacuc che ci addita la strada della radicale fiducia in Dio:
"Sì! Il fico non germoglia,
non c'è frutto alcuno nelle vigne,
l'ulivo ci nega il frutto
e il campo non dà da mangiare.
Sparisce il bestiame minuto dall'ovile
e non ci sono i tori nelle stalle.
Eppure io mi rallegrerò nel Signore,
esulterò in Dio mio Salvatore.
Dio , mio Signore, è la mia forza,
renderà i miei piedi più veloci di quelli dei cervi e mi condurrà sopra le alture" (3, 17-19).
Gesù ci precede anche in questo caso . Egli si è fidato di Dio come fece Abramo (Ebrei 11,8-9) che credette al di là di ogni speranza (Romani 4,18).
E Mosè? "Per fede lasciò  l'Egitto, senza temere l'ira del re; rimase infatti saldo, come se vedesse l'invisibile" (Ebrei 11,27). Oggi a volte, mentre tessiamo reti e progettiamo sentieri alternativi, ci è chiesto niente meno di questo.
Franco Barbero