venerdì 17 febbraio 2017

Paura nel Nord della Francia

Il timore di un disastro nucleare torna a scuotere la Francia. Dopo l'avvertimento lanciato dall'authority di Parigi sulla situazione ritenuta «preoccupante» del parco atomico transalpino, la centrale di Flamanville - tra Normandia e Bretagna - è stata teatro di una violenta esplosione che ha causato feriti lievi tra gli addetti dell'impianto.
L'incidente si è verificato ieri mattina nella sala macchine della centrale Uno, lontana dal reattore atomico e senza rischi radioattivi. La produzione di energia nucleare è stata comunque interrotta per precauzione e subito è scattato l'intervento dei pompieri che in due ore hanno riportato la situazione sotto controllo.  
«Nessun rischio nucleare, l'incidente è chiuso», ha annunciato il prefetto di zona, Jacques Witkowski, precisando che i cinque addetti «leggermente intossicati» sono in buona salute mentre è in corso un'«indagine tecnica» per determinare le cause. Gli esperti confermano che non  si è trattato di un incidente atomico, ma di un incendio nella sala macchine dovuto al surriscaldamento delle guaine che rivestono le parti elettriche e che ha causato l'emissione di gas tossici. Le fiamme sono divampate nel sito della centrale, ma al di fuori dell'isola nucleare e con nessuna possibilità di estensione al reattore», spiega Mario Dodaro, esperto di sicurezza nucleare dell'Enea.
A novembre, Pierre-Franck Chevet, il presidente dell'authority francese di sicurezza nucleare (Asn), lanciò l'allarme sul parco atomico transalpino gestito dai due colossi Edf e Areva tra problemi tecnici e difficoltà finanziarie. Chevet mise in guardia sulla necessità di «ripensare» l'intera «catena di controllo» per rendere l'atomo più sicuro. «Bisogna immaginare che un incidente di tipo Fukushima in Europa è possibile», disse intervistato da «Libération».
L'età di alcuni impianti francesi preoccupa anche i Paesi vicini, inclusi la Svizzera e la Germania, dopo l'annuncio del ministro dell'ambiente, Ségoléne Royal, su un allungamento della durata di vita degli impianti di 40-50 anni. Ma anche l'eccesso di carbonio (0,4% anziché 0,2%) rinvenuto nell'acciaio dell'Epr, il reattore di ultima generazione in costruzione sempre a Flamanville. Una scoperta che fece scattare indagini a tappeto in tutte le centrali di Francia. «Diciotto reattori in dodici siti» - di cui 6 vicini all'Italia, a Tricastin, Cruas e Bugey - sono stati spenti nel quadro di un piano di sicurezza a tutela della cittadinanza. A inizio dicembre, l'Asn ha autorizzato la riaccensione di 8 di essi.
Paolo Levi

(La Stampa, 10 febbraio)