martedì 21 febbraio 2017

PREDICAZIONE SVOLTA DOMENICA 19 FEBBRAIO DURANTE LA CELEBRAZIONE EUCARISTICA

Dal Vangelo di Marco 14, 1-9
Il racconto dell’unzione di Betania contrasta con gli altri brani inseriti in questo capitolo. C’è un contrasto tra la congiura delle autorità ed il gesto affettuoso della donna. Tutto questo passo va interpretato sostanzialmente a partire dal contrasto tra amore e morte, tenerezza e distruzione. Centrale è il fatto che davanti a Dio contano solo gli atti d’amore. E’ una risposta alla domanda di come porsi di fronte ai grandi mali del mondo. Di come reagire di fronte alle sofferenze schiaccianti di questo mondo.
In casa di Simone, il lebbroso, ad un banchetto di soli uomini, compare una donna con un vaso di profumo. Un unguento prezioso. E con quel profumo la donna cosparge il capo di Gesù. (In Israele l’unzione del capo era un’usanza destinata ai re).
Qualcuno dei presenti critica e considera inappropriato l’uso di quel profumo così prezioso; uno spreco. Si sarebbe potuto vendere per trecento monete d’argento e dare il ricavato ai poveri. Ma Gesù difende la donna sostenendo che invece ha fatto una buona azione verso di lui e contrappone questa buona azione ad un’eventuale elemosina ai poveri.
La tradizione ebraica faceva una distinzione fra elemosine e opere buone: le elemosine erano offerte in denaro che erano possibili sempre, le opere buone rispondono a situazioni concrete (per es. la cura per la sepoltura di un morto).
“I poveri li avrete sempre con voi” dice Gesù. Questo non vuol dire dare delle priorità ma distinguere: i grandi problemi del mondo (la povertà, la fame, le guerre, le ingiustizie) ci sono sempre e difficilmente si risolvono con un gesto, nell’immediato. Sovente può non bastare l’impegno un’intera vita. Mentre fare un gesto di amore spontaneo, un gesto generoso e gratuito verso chi in quel preciso momento ne ha bisogno significa fare veramente qualcosa di concreto.
Questo gesto che ad alcuni sembra inutile, ha in realtà un senso. Non è affatto uno spreco dare amore a una persona che vede avvicinarsi l’ora della sua condanna a morte. Ed è sicuramente bene adoperarsi per quella persona con tutto quanto si ha di più prezioso, facendo tutto il possibile per alleviarle un po’ di sofferenza.
Gesù, al contrario degli altri presenti nella casa di Simone, sembra apprezzare il gesto di quella donna. E’ probabile che avesse in quel momento un grande bisogno di vicinanza e di amore.
E forse quello è stato l’unico gesto d’amore ricevuto in quei giorni mentre tutti stavano per abbandonarlo.
Ed è Gesù stesso a dire di lasciar stare quella donna che lo ha unto per la sua sepoltura e che per questo sarà ricordata ovunque arriverà nel mondo il messaggio del vangelo.
Ines Rosso.