Dino se n'è andato via addormentandosi, esattamente come aveva chiesto. Malato di Sla da cinque anni, ha rifiutato ogni trattamento, compresa la nutrizione artificiale, e ha domandato che gli venisse somministrata la sedazione profonda. Mentre alla Camera dei deputati il progetto di legge sulle direttive anticipate e il testamento biologico arranca in Commissione, sommerso da centinaia di emendamenti ostruzionistici, la realtà va quindi avanti da sola. Grazie all'ostinazione di alcuni eroi solitari e di tutti quei medici che, vedendo, toccando, sentendo e vivendo quotidianamente la sofferenza, sanno bene che la dignità umana la si rispetta giorno dopo giorno prendendo sul serio la volontà dei pazienti. Anche semplicemente perché non serve a nulla invocare astrattamente il "principio di dignità" quando poi, di fronte all'agonia di chi è in fin di vita, si resta sordi e ciechi.
Ma allora perché il Parlamento non si muove? Perché lasciare alla buona (o cattiva) volontà dei singoli la responsabilità di decidere quando (e se) dar seguito alle scelte dei malati? Non è compito del legislatore dare forma giuridica certa e vincolante al diritto per ognuno di noi di morire con dignità e senza dolore, sedati e accompagnati fino alla fine?
Qualcuno potrebbe obiettare che, quando si toccano temi etici, la legge non dovrebbe intervenire. Ma qui nessuno obbliga nessuno a rinunciare alla propria morale. Qui si tratta solo di permettere a ognuno di noi di vivere e morire in base ai propri valori, senza che qualcun altro decida al posto nostro ciò che è giusto o sbagliato. Si tratta solo di rispettare la volontà di ognuno affinché le nostre scelte e la nostra volontà siano "uguali" di fronte 'alla legge, e non dipendano dalla discrezionalità dei medici.
Michela Marzano
(la Repubblica 15 febbraio)
Ma allora perché il Parlamento non si muove? Perché lasciare alla buona (o cattiva) volontà dei singoli la responsabilità di decidere quando (e se) dar seguito alle scelte dei malati? Non è compito del legislatore dare forma giuridica certa e vincolante al diritto per ognuno di noi di morire con dignità e senza dolore, sedati e accompagnati fino alla fine?
Qualcuno potrebbe obiettare che, quando si toccano temi etici, la legge non dovrebbe intervenire. Ma qui nessuno obbliga nessuno a rinunciare alla propria morale. Qui si tratta solo di permettere a ognuno di noi di vivere e morire in base ai propri valori, senza che qualcun altro decida al posto nostro ciò che è giusto o sbagliato. Si tratta solo di rispettare la volontà di ognuno affinché le nostre scelte e la nostra volontà siano "uguali" di fronte 'alla legge, e non dipendano dalla discrezionalità dei medici.
Michela Marzano
(la Repubblica 15 febbraio)