mercoledì 22 febbraio 2017

R, COME RACCOLTO

Continua imperterrito il secolo secondo delle migrazioni immense.
Siamo contemporanei del peggiore trasporto marittimo della storia umana. Gli schiavi deportati dall'Africa alle Americhe, incatenati e chiusi nelle stive dei velieri, viaggiavano meglio.
Perché erano  mercanzia pagata alla consegna, dunque bisognava che arrivasse in condizioni decenti per essere venduta. Era perciò sfamata, dissetata.
Oggi sul Mediterraneo il corpo umano è la più redditizia merce di contrabbando, ma non è più necessaria la consegna a una destinazione, perché paga in anticipo. Il carico può andare perduto, senza danno per il trasportatore.

Queste novità permettono il peggiore trasporto marittimo della storia umana. Il salvataggio è l'unico antidoto, il miracolo è l'unica forma di assicurazione (…). Movente dei flussi è lo stato di necessità. Alla lettera il necessario vuol dire ciò che non cessa, l'incessante, l'impellente. Un popolo aggredito da malanni di guerra, persecuzione, fame, fa come l'albero circondato dalle fiamme: salva i suoi semi gettandoli al vento oltre il cerchio di fuoco. Che si spargano ovunque, atterrino al riparo.
Finiscano pure affondati in mare, pur di schizzare fuori dalla morsa. Così sono i nuovi spaesati cittadini del mondo, semi di desiderio urgente di germogliare, aggiungere fertilità al luogo dove sono caduti. Sono il sempreverde della specie umana, serbatoio di energie, fabbrica di nuove nascite spinte dalla volontà di risarcimento contro i lutti, le discriminazioni.
Allora è insufficiente e impreciso il verbo accogliere, invocato da chi valorosamente si oppone ai muri, ai rotoli spinati. Il verbo del mio ordine del giorno e della notte è: accogliere. Perché giunge un raccolto di umanità che non abbiamo seminato, né coltivato, né irrigato, né istruito.

Erri DE LUCA (da Qualevita 270).