venerdì 24 febbraio 2017

Riforma amputata e poi tradita

ROMA-ADISTA. Un appello a parlamentari e governo, oggi guidato da Paolo Gentiloni, e una mobilitazione permanente fino al varo della nuova legge sulla cittadinanza, ancora in attesa del dibattito in Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama, dopo l'approvazione in prima lettura alla Camera il 13 ottobre 2015. A lanciare una nuova iniziativa, il 25 gennaio scorso, per sottrarre la riforma della cittadinanza al pantano istituzionale in cui versa da oltre un anno, la campagna "L'Italia sono anch'io", alla quale aderiscono anche Acli, Arci, Caritas italiana, Centro Astalli, Cnca, Coordinamento nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, Tavola della Pace, Emmaus Italia, Fcei, Fondazione Migrantes e Libera.
In occasione dell'anniversario del voto alla Camera, il 13 ottobre 2016, il movimento "Italiani senza cittadinanza" (giovani di seconda generazione, nati o cresciuti in Italia, ma che continuano a vivere una condizione di cittadini di serie B), insieme alle associazioni per i diritti dei migranti, erano scese in piazza in diverse città italiane per chiedere ai senatori di calendarizzare il prima possibile la discussione sul dispositivo. Il giorno stesso, l'allora presidente della Commissione, oggi ministro per i Rapporti col Parlamento, Anna Finocchiaro (Pd), incontrava una delegazione di "Italiani senza cittadinanza" e "L'Italia sono anch'io", motivando il ritardo con la giustificazione della paralisi istituzionale in occasione dell'appuntamento referendario e rassicurando i presenti che, dopo il 4 dicembre, l'iter della legge avrebbe ripreso senza intoppi. E invece, oggi, non solo la legge non è stata approvata, ma si leggono notizie preoccupanti sul suo destino. E le promesse della ex presidente Finocchiaro «sono state disattese».
Nel 2015, "L'Italia sono anch'io" aveva presentato due proposte di legge di iniziativa popolare, accompagnate da 200mila firme: una per la riforma della cittadinanza e una per il riconoscimento del diritto di voto amministrativo per i cittadini stranieri stabilmente residenti in Italia. Ma il testo che è stato poi licenziato dalla Camera - nato dall'intreccio tra "ius soli temperato" e "ius culturae" - non rappresenta che una versione pesantemente amputata di quella proposta. «Criticità e carenze» del ddl vengono sottolineate anche in questa occasione, «tuttavia la sua rapida approvazione consentirebbe a circa un milione di giovani di origine straniera, italiani di fatto, di diventare cittadini italiani anche di diritto. Favorirebbe i processi d'inclusione delle loro famiglie ed eviterebbe di approfondire la distanza già grande tra le istituzioni italiane e le persone di origine straniera. I promotori della campagna hanno chiesto un nuovo incontro al ministro Finocchiaro, per ricordarle quanto si era impegnata a fare. Una richiesta d'incontro è stata inviata anche ai capi-gruppo del Senato».
Nel frattempo, la campagna lancerà una «mobilitazione permanente fino a che non verranno stabiliti tempi certi per l'approvazione della legge», inizialmente sui social network e poi, a fine febbraio, di nuovo nelle piazze, "insieme al movimento #ItalianiSenzaCittadinanza, per ribadire l'urgenza dell'approvazione di questa importante riforma». (giampaolo petrucci)

(Riforma 4 febbraio)