martedì 28 marzo 2017

IL ROGO DI STATO

L'8 marzo, in Guatemala, uno spaventoso incendio nella casa-famiglia Hogar Seguro, un istituto pubblico, ha tolto la vita a 41 adolescenti. Un "femminicido di Stato", accusa il movimento delle donne. Ne abbiamo parlato con Gerard Lutte, fondatore del Movimiento de Jovenes de la Calle (Mojoca), a Città del Guatemala. A lungo professore di psicologia degli adolescenti e dei giovani Lutte ha partecipato ai movimenti di base negli anni '60-70 (in particolare nella baraccopoli di Prato Rotondo a Roma), in ambito universitario e nella chiesa cattolica. In Nicaragua ha collaborato con i giovani lavoratori sandinisti, del Joc.
Cos'è successo nella casa-famiglia Hogar Seguro?
Il Guatemala vive giorni di tristezza, di rabbia, di ribellione per la strage di 41 ragazze tra i 13 e i 17 anni in un'istituzione statale deputata a educare e proteggere i minori da 0 ai 17 anni che vivevano per strada, avevano subito maltrattamenti e violenze in famiglia o che ne erano fuggiti, oppure erano orfani o abbandonati. A volte, i ragazzi venivano mandati lì dai genitori senza risorse, oppure dai giudici perché con precedenti penali. Minori provenienti da famiglie povere, spesso disintegrate. Avrebbero avuto bisogno di rispetto, attenzione, tenerezza, educazione professionale, sostegno psicologico. Anziché piccole case-famiglie come sarebbe stato necessario, il governo ha costruito una struttura per 500 minorenni che però ne conteneva oltre 700 e in condizioni subumane, sottoposti a gravi e continue violazioni. Dopo una fuga di massa, le ragazze riprese dalla polizia sono state chiuse a chiave in un'aula di circa 16 metri quadrati senza servizi igienici, i ragazzi sono stati portati nell'auditorio. Sono stati distribuiti materassi sotto l'occhio della polizia. Alle 7 del mattino, dopo  la colazione, alle ragazze che chiedevano di andare al bagno le poliziotte rispondevano: «che marciscano». Loro si sono ribellate di nuovo, rompendo i vetri. Secondo le testimonianze di tre sopravvissute, una ha messo un materasso sotto la finestra e gli ha dato fuoco. Il materasso è caduto sugli altri e il fuoco si è propagato. La temperatura è arrivata ai 900° centigradi. Sentendo le urla di aiuto delle compagne, i ragazzi sono riusciti ad aprire la porta e sono accorsi, ma i poliziotti li hanno respinti a calci. Le poliziotte non si sono mosse, guardavano e dicevano: «Che soffrano le disgraziate, così come sono state brave a fuggire siano brave a sopportare il dolore». Un'altra sopravvissuta racconta di essere svenuta e che quando ha ripreso i sensi, la porta era aperta e si trovava con metà del corpo fuori e la testa dentro e di essersi alzata a fatica nonostante le bruciature, mentre la polizia la picchiava. Ricorda le urla delle compagne, morte carbonizzate. Altre 21 moriranno nei giorni successivi, e il loro numero potrebbe aumentare. I familiari delle vittime non sono stati avvertiti né hanno ricevuto aiuto per i funerali.
Una tragedia annunciata...
Sì. Molti sapevano che quel luogo era un «lager» fin da quando l'ex generale Otto Pérez Molina, nel 2012, è diventato presidente del Guatemala. E la situazione non è migliorata con l'ex comico Jimmy Morales. Erano già state presentate 45 denunce. La procura dei Diritti umani, la Procura generale della nazione, il Consiglio nazionale dell'adozione, il Pubblico ministero e l'Istituto nazionale delle scienze forensi, l'Unicef avevano denunciato le condizioni inumane nelle quali vivevano i minorenni e alcuni avevano chiesto la chiusura dell'istituto. L'avvocata Paula Barrios, direttrice dell'organismo Donne che trasformano il mondo, ha denunciato la sparizione di 200 ragazze tra il 2012 e il 2016, e ha chiesto la chiusura dell'Hogar Seguro. La lista dei delitti contro i neonati, bambine, bambini e adolescenti è un elenco di orrori inimmaginabili: maltrattamenti fisici e psicologici, alimentazione insufficiente o avariata; violenze, stupri, torture, tratta. Sono già stati condannati un maestro che obbligava ragazzi della quinta e sesta elementare a fare sesso orale per poter uscire dalla classe e un muratore che ha violentato una ragazza disabile. Ora la Procura indaga sui diversi tipi di delitti come il femminicidio e la tratta. Dalle autopsie si cerca di determinare se le ragazze carbonizzate siano state drogate e violentate. Il 13 marzo sono stati arrestati funzionari e responsabili della casa famiglia con l'accusa di omicidio colposo e maltrattamento sui minori. Il 15 Morales è stato denunciato per tortura e esecuzioni extragiudiziarie dai deputati Sandra Moran e Leocadio Juracán, di Convergencia.
Qual è la politica del governo per i minori?
Non esiste. Non ci sono soldi, perché Governo e Parlamento rifiutano di far pagare le tasse ai ricchi. Proprio in quei giorni, la maggioranza del Parlamento ha votato a favore degli gravi fiscali per i latifondisti e gli allevatori di bestiame, che sono tra i settori più reazionari dell'oligarchia. In America, il Guatemala è il paese dove le tasse per loro sono le più basse. La gran maggioranza della popolazione vive in povertà estrema e molti nella miseria; una grande parte vive in abitazioni insalubri e non ha accesso a una buona educazione. Molti giovani non hanno sufficiente istruzione e un lavoro dignitoso, si rifugiano nelle droghe o fanno parte di bande violente. La politica è di aggressione e repressione, non di prevenzione e di accompagnamento. Le associazioni come il Mojoca non ricevono finanziamenti.
Come ha reagito il Mojoca?
Con stupore, rabbia e tristezza. Le adolescenti bruciate vive erano compagne dei giovani del Mojoca. Vivevano negli stessi ambienti, con gli stessi problemi di povertà e di esclusione. Madelyn, 15 anni e la sorellina, sono passate dal Mojoca, hanno vissuto nella Casa 8 Marzo e sono state reinserite nella loro famiglia. Poi, purtroppo, un giudice ha affidato Madelyn alla casa-famiglia maledetta, dov'è stata bruciata viva. Jacqueline, 15 anni, è fuggita sette volte da quel posto di morte e per fortuna si è riconciliata con la nonna ed è andata a vivere con lei. Faceva parte della sezione Mi Hogar dove ebbe inizio la giusta protesta delle adolescenti contro i loro aguzzini. La strada può essere violenta quando ti picchiano i poliziotti, quando ti uccidono i sicari, ma nei gruppi di strada le ragazze e i ragazzi trovano una famiglia che li protegge, che li appoggia, che li rispetta. Il Mojoca è un Movimento diretto e autogestito dalle ragazze e dai ragazzi che vivono o hanno vissuto in strada. Il metodo educativo è basato sull'Amicizia, nel rispetto della loro dignità e della loro libertà. Nel Mojoca, le ragazze e i ragazzi si organizzano per difendere i loro diritti, migliorare la loro qualità di vita, contribuire alla costruzione di una società più giusta ed equa, fraterna. Nel Mojoca, le bambine, i bambini e gli adolescenti trovano un appoggio per realizzare i loro sogni e molti sono già usciti dalla strada e si sono integrati nella società. Il Mojoca partecipa al Movimento Popolare guatemalteco e internazionale. In questi giorni si unisce alla protesta di altre organizzazioni contro i femminicidi dell'8 marzo, compiuti proprio mentre, nella capitale, il movimento protestava contro la violenza maschile e le discriminazioni.
Qual è la situazione politica in Guatemala dopo il movimento de las antorchas e lo scandalo denominato La Linea?
Ad aprile del 2015, è iniziata "la primavera guatemalteca", abilmente indotta dall'ambasciata Usa per realizzare il patto di prosperità nel triangolo nord (Guatemala, El Salvador e Honduras): per creare impiego e contenere le emigrazioni di massa verso gli Stati uniti. Hanno giocato un ruolo importante la Comisión Internacional Contra la Impunidad en Guatemala (Cicig) organo dell'Onu guidato dal giudice colombiano Iván Velázquez, e il Pubblico Ministero, amministrato dalla procuratora Generale Thelma Aldana. Le reti sociali che hanno diffuso le notizie della corruzione alla dogana, sono riuscite a mobilitare migliaia di persone, soprattutto delle classi medie urbane che hanno portato alla rinuncia e all'arresto del Presidente Otto Perez Molina, della vicepresidente Roxana Baldetti Elías e di altri funzionari e vari imprenditori. Un duro colpo al potere oligarchico mafioso che domina il paese. La situazione si è sviluppata molto in questi ultimi mesi.
C'è un polo popolare, multietnico, eterogeneo che chiede una riforma radicale dello Stato, convoca assemblee e manifestazioni ma ancora in modo disorganizzato e poco efficace.

Minorile in rivolta
Rivolta nel centro di detenzione minorile Etapa II, vicino a Città del Guatemala, ha provocato 2
morti e 5 feriti. Anche in questo caso, i minori avevano denunciato abusi e la magistratura ne aveva ordinato la chiusura già nel 2016.
Ora la disposizione è stata eseguita.

Geraldina Colotti
(Il Manifesto 21 marzo)