giovedì 9 marzo 2017

IL SERVIZIO CIVILE CRESCE GRAZIE ALLE RAGAZZE (E A QUEI 433 EURO MENSILI)

Un esercito di giovani volontari. Dove predominano le donne e il Sud. E dove molti vorrebbero andare all'estero ma non ci riescono.
Sono sempre più numerosi i ragazzi e le ragazze, tra i 18 e i 28 anni, che dedicano un anno della propria vita al servizio civile nazionale. Stando alla Relazione 2015 che ne fotografa lo stato di salute, i volontari sono 35.531, di cui 34.924 in Italia e 607 all'estero. Un numero in netta crescita, se si considera che nel 2014 erano 15.144.
L'assistenza resta l'area di intervento col maggior numero di progetti, seguita da educazione e promozione culturale, patrimonio artistico, ambiente e protezione civile. «Con il passare del tempo il servizio civile continua a crescere», afferma l'onorevole Luigi Bobba, sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. «L'obiettivo è quello di trovare di volta in volta le risorse per soddisfare tutte le domande dei ragazzi e arrivare ogni anno ad avere centomila giovani attivi». Un traguardo ancora lontano, anche se, già nel 2017, si prevede di raggiungere le 50 mila unità.
Spicca la componente femminile che, nel 2015, supera il 64 per cento (nel 2014 era il 66,56). Spicca inoltre il ruolo del Sud e delle isole: le domande qui presentate sono il 56,31 per cento (oltre 17 mila giovani), contro il 23,14 del Nord, il 19,09 del Centro e l'1,46 dell'estero. Scendendo nel dettaglio i primi due posti per numero di volontari spettano alla Campania (20,99 per cento) e alla Sicilia (16 per cento). Difficile non mettere in relazione queste cifre con i gravi problemi di disoccupazione giovanile che attanagliano Napoli e Palermo: i 433 euro mensili percepiti dai volontari possono costituire un incentivo. «Sicuramente in aree con scarse possibilità di impiego, il servizio civile può diventare anche un'opportunità per prendere le misure col mondo del lavoro», conferma Bobba. «Le ricerche fatte dimostrano che i nostri ragazzi hanno maggiori possibilità di impiego una volta concluso l'anno». Da questo ragionamento nascono l'impegno e la necessità di avvicinare al servizio anche quei giovani provenienti da un contesto sociale più difficile. Come nel 2014, anche nel 2015 la quasi totalità dei volontari ha un livello di istruzione secondaria o universitaria, quindi elevato. Il 60 per cento è, infatti, in possesso di un diploma di scuola media superiore. Se poi si fa riferimento ai 607 ragazzi che hanno partecipato ai bandi esteri, circa la metà di loro, il 49,2 per cento, ha conseguito una laurea specialistica e la fascia di età prevalente si attesta tra i 27 e i 28 anni contro quella dei 24-26 anni maggioritaria nei progetti italiani.
Ed è proprio l'estero la nuova frontiera. «Ma le domande sono superiori rispetto a quelle che possiamo soddisfare» conclude il sottosegretario.
Benedetta Guerriero

(Il Venerdì, 24 febbraio)