giovedì 2 marzo 2017

L'Olanda di Sylvana

In un anno di elezioni cruciali per il futuro dell'Europa, i primi ad andare al voto sono i Paesi Bassi: il 15 marzo. Un test a cui guarda un intero continente, anche perché i sondaggi danno per favorito Geert Wilders del partito per la libertà (Pvv), paladino dell'anti-comunismo e dell'anti-immigrazione.
In un'Olanda che è stata un impero coloniale, la paura verso lo straniero stride ancora di più. E molti candidati sono nati proprio in quei territori che hanno ottenuto l'indipendenza dal regno dei tulipani. È il caso di Sylvana Simons, 46 anni, originaria del Suriname. Ex dj, conduttrice, vj per MTV, è uno dei personaggi più noti del paese, anche tra i giovani.
Da tempo attivista per i diritti civili, alle elezioni si presenta come leader del partito Artikel 1, da lei fondato a dicembre, che ha messo l'integrazione al centro del programma di governo. A cominciare dal nome: l'articolo 1 è quello della Costituzione, che garantisce uguale trattamento a chiunque sia sul territorio olandese. Sylvana si è avvicinata alla politica un anno fa, entrando nel partito Denk, guidato da due ex parlamentari laburisti di origini turche: Tunahan Kuzu e Seclì Öztürk. La scelta ha scatenato dure proteste online e per smorzare i toni era intervenuto anche il premier conservatore, Mark Rutte. Dopo alcuni mesi la decisione di correre con un proprio movimento.
Tra le sue battaglie anche quella per il rispetto dei diritti degli omosessuali. «Ci sono anche musulmani gay: uguaglianza è uguaglianza per tutti, ha dichiarato, spiegando il divorzio da Denk anche perché troppo chiuso su queste tematiche. E non è la prima critica che il partito si attira: i suoi fondatori, infatti, sono accusati di essere troppo vicini al presidente turco, Recep Tayyip Erdogan.
In Olanda il successo di politici métissage nelle alte cariche non è una novità: il presidente del Parlamento, per esempio, è una donna nata in Marocco, Khadija Arib. Ma l'ondata populista degli ultimi mesi spaventa tutti, tanto che ora chi ha origini non olandesi si dice pronto a votare (almeno stando ai sondaggi) un partito che abbia nel programma la difesa dei diritti finora garantiti nel Paesi Bassi aperti e tolleranti. Che Wilders vorrebbe cancellare.

(la Repubblica 18 febbraio)