domenica 5 marzo 2017

L'importanza di cantare fuori dal coro

É una sentenza che pesa per la 'ndrangheta, così tanto ignorata in Emilia per molto tempo. Ma pesa e vale anche per noi giornalisti che ieri eravamo tutti rappresentati in quell'aula di Tribunale da Giovanni Tizian, collega dell'Espresso che gira sotto scorta da un bel po' perché alcuni degli imputati di quel processo volevano «sparargli in bocca». La sua colpa è stata di aver scritto degli affari sporchi di Nicola Femia detto "Rocco", una colpa grave per questi calabresi emigrati fra Bologna e Modena e abituati al silenzio degli altri (molto spesso giornalisti compresi), indispettiti da una voce che si alzava contro di loro. Per qualche udienza "Rocco" ha tentato anche di scaricare le sue disavventure giudiziarie su Tizian citando più volte il suo nome. Un avvertimento per dire: non mi dimentico di te che mi hai smascherato.
La sentenza conferma le intuizioni che Tizian aveva avuto già tanto tempo fa sulla "malavita" di quei personaggi, il resto riguarda il ruolo dell'informazione sulle mafie. Anche al Nord del Paese. Forse, in questo momento, soprattutto lì. E per fortuna, anche in Emilia, ormai sono sempre di più i cronisti che cantano fuori dal coro.
Attilio Bolzoni

(la Repubblica 23 febbraio)