Per non sapere né leggere né scrivere
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professori universitari denunciano:
i giovani non sanno più scrivere ed esprimersi in un italiano
corretto. Lo hanno sperimentato leggendo migliaia di tesi. E’
indispensabile re-insegnare a scrivere attraverso esercizi di
“dettato
ortografico, riassunto, comprensione del testo, conoscenza del
lessico, analisi grammaticale e scrittura corsiva a mano”. Abbiamo
due grandi maestri. Tullio De Mauro morto recentemente e Don Milani
del quale si ricorda proprio quest’anno il cinquantesimo della
morte. Si sono battuti per affermare l’importanze del saper
scrivere ed esprimersi in modo appropriato, comprensibile e corretto.
La “lingua” è uno strumento di emancipazione personale e
affermazione sociale.
Ad esempio: molte aziende solo leggendo i CV (curriculum vitae)
scartano una domanda se è scritta “scorrettamente”.
Le
responsabilità non sono solo degli insegnanti
che lottano titanicamente in condizioni di grandi difficoltà per
mancanze di mezzi, taglio di ore, presenza di stranieri (specie alle
elementari). Ma specialmente la devastante filosofia delle tre I di
berlusconiana memoria: impresa, Internet e Inglese. Mancava la quarta
I di Italiano. Si dà maggiore importanza alle lingue straniere, alle
materie scientifiche, agli studi tecnici, e pratici (vedi ad esempio
l’esplosione dei corsi di cucina), allo Sport. Si ha l’impressione
che siano più spendibili a livelli professionali immediati.
L’insegnamento della buona scrittura, della letteratura italiana,
della storia, della filosofia e dell’arte, sono in sofferenza.
E
poi i nuovi linguaggi,
stanno assassinando la nostra bellissima lingua. L’invasione
dell’Inglese, ormai passato nella lingua scritta senza che ci si
premuri nemmeno di tradurre. Il parlato televisivo di pseudo attori e
giornalisti. E specialmente i nuovi linguaggi dei comunicatori
elettronici, criptici e incomprensibili, accompagnati da simboli e
grafiti che riportano a una comunicazione essenziale, imprecisa e
primitiva. Senza nemmeno l’accompagnamento di mugolii, muggiti e
smorfie che servivano ai popoli selvaggi per completare la
comunicazione. Il lavoro degli insegnanti deve essere sostenuto da
una politica culturale dei giornalisti, letterati, operatori della
TV, genitori. Attraverso l’invito alla lettura, alla scrittura e
alla recitazione ecc. Corsi di post scuola per giovani e adulti.
Nell’Università
popolare di Formigine ad esempio
un corso di scrittura è seguito da trenta studenti giovani adulti
che si sono appassionati e scrivono testi che vengono pubblicati e
letti pubblicamente. Si pensa anche di fare un corso mattutino e uno
serale di “Nuova scuola Elementare”. Una maestra in pensione
offrirà per chi lo desidera la possibilità di re-imparare a leggere
e a scrivere. Lezioni di un’ora con dettato, lettura e racconti
storici.
Beppe Manni, Modena 12 marzo