domenica 12 marzo 2017

SORELLA GRANDE
Le religiose cattoliche vogliono cambiare la Chiesa e il mondo. Poche, ma istruite e smart, si addestrano a sfidare la globalizzazione ingiusta e la gerarchia patriarcale. Passa da loro il femminismo più visionario?

BANDO AGLI STEREOTIPI



Suor Alessandra Smerilli, nel libro Suore, tra stereotipi e realtà (ed. Città Nuova), racconta le frasi più "pop" che una religiosa si sente dire. E contrattacca.
Non le viene mai voglia di avere un marito, una famiglia? Credo che sia come chiedere a una moglie se non ha mai la tentazione di tradire il marito. Le crisi fanno parte della vita, di ogni tipo di vita. Solo chi non sceglie non può avere tentazione di cambiare percorso.
Suora, beata lei, che vive una vita tranquilla, vicino a Dio. Signora, quando dormo per tre giorni di seguito nello stesso posto sono molto felice, perché non mi capita spesso.
Suora, preghi per me, perché, lei, il Signore l'ascolta. Non credo che il Signore ascolti me più di una qualsiasi altra persona. La preghiera dell'umile perfora le nubi e non c'è una corsia preferenziale per le suore.
Ma siete persone normali! Come se ci si aspettasse che le suore fossero esseri strani.
Avete sempre gli stessi orari? Normalmente sì, ma gli orari sono fatti per garantire i tempi di preghiera e lavoro in vista della missione, per cui se la missione ce lo chiede, non abbiamo problemi a cambiare le abitudini.
Avete la tivù? Ne abbiamo una per tutte. Quando c'è qualche programma interessante lo segnaliamo, e chi vuole lo vede.
Andate in vacanza! Le nostre regole sono molto sagge nell'indicarci l'opportunità di avere tempi di distensione, da alternare al lavoro. Un periodo di riposo durante l'anno fa bene al corpo e allo spirito. Naturalmente le nostre sono vacanze sobrie, vissute in altre case religiose o con i parenti: lo scopo e riposarsi, non viaggiare.
State sempre nella stessa comunità? Io ho già cambiato due comunità e ogni anno sono pronta a muovermi di nuovo. Questi cambiamenti riservano la loro dose di sofferenza, ma ci ricordano che la nostra vita è in movimento.
Come la prendono i genitori? Tendenzialmente male. Ho visto compagne le cui mamme minacciavano il suicidio. E famiglie che non hanno mai fatto visita alla figlia.
Capita che una suora ci ripensi? Tante le compagne di viaggio che ho visto andare via. Alcune nel periodo di formazione, o perché scelgono un istituto non adatto o, pur sentendosi chiamate, perché non riescono ad andare fino in fondo. Altre lasciano dopo la professione perpetua, perché si innamorano di qualcuno, e questo capita a ogni età, o per esasperazione: la vita di comunità e davvero difficile. Il fatto che qualcuno se ne vada è il segno che ogni vita è un mistero.
Elisabetta Muritti e Gloria Riva
Foto di Ibolya Feher

(D la Repubblica, 4 marzo)