mercoledì 8 marzo 2017

SPECIALIZZATO IN EQUILIBRISMO TEOLOGICO

Chi è un po' attento al vissuto ecclesiale contemporaneo conviene certamente con Enzo Bianchi su alcuni punti dell'intervista rilasciata a Rocca del 1 marzo.
Che l'ecumenismo oggi sia parte integrante della riforma della chiesa e delle chiese, è acquisito da molti anni, almeno a livello teologico.
Ma Enzo Bianchi non trova il consenso di moltissimi teologi e teologhe quando include come necessario all'unità, alla fede comune il Credo apostolico o il Credo di Nicea -Costantinopoli: "Gesù Cristo è il Figlio di Dio e Dio".
L'unità della fede ha certo bisogno di un "solido punto di appoggio", come scrive ancora Bianchi. Ma tale appoggio o fondamento non sta in una qualsiasi formula conciliare e immodificabile. La fede, anzi, può e forse deve necessariamente esprimersi con linguaggi storicamente situati, mutevoli, sempre suscettibili di miglioramento qualora rimangano in contatto vivo con il messaggio delle Scritture.
Mi sembra che una riflessione sulla necessità di storicizzare i linguaggi della predicazione e della catechesi sia oggi presentissima nella ricerca teologica.
Enzo Bianchi non vi dedica un solo capoverso.
Ma l'equilibrismo di Enzo Bianchi, diventa ancora più manifesto quando auspica che la chiesa "sia creativa nell'attribuire ruoli di responsabilità alle donne anche al suo interno". Si tratta, a mio a avviso, di una delle tante dichiarazioni tanto aperte quanto vaghe, che non affrontano alcun nodo essenziale rispetto al  ministero delle donne e ad altre questioni rilevanti.
Con tutto il rispetto dovuto ad un fratello nella fede, non vedo come questo equilibrismo possa aprire sentieri verso un futuro più evangelico.
Certo, fratel Enzo Bianchi è passato indenne e sempre gradito da un pontificato all'altro guadagnandosi una audience da sommo pontefice!
In più stupisce enormemente il fatto che si parli di ecumenismo senza fare i conti con i fratelli e sorelle musulmane che nella mia città e nella mia zona, tanto per citare un caso, sono più numerosi degli ortodossi e dei protestanti.
Franco Barbero