giovedì 9 marzo 2017

UN COMMISSARIO A MEDJUGORJE? SENZA FINE L'INDAGINE SULLE APPARIZIONI DELLA MADONNA

38866 MEDJUGORJE-ADISTA. Ha destato una qualche attenzione nell'opinione pubblica la decisione di papa Francesco di nominare l'arcivescovo di Varsavia-Praga, mons. Henryk Hoser, "inviato speciale" a Medjugorje. La maggioranza dei media, sulla scia delle forti dichiarazioni di Bergoglio del novembre 2013 contro l'idea di una «Madonna capo ufficio della posta», ha registrato la notizia come un'ulteriore conferma della sostanziale diffidenza dell'attuale pontefice nei confronti delle continue apparizioni mariane nella piccola località bosniaca. La Segreteria di Stato vaticana ha tenuto però a precisare in una nota quanto segue: «La missione ha lo scopo di acquisire più approfondite conoscenze della situazione pastorale di quella realtà e, soprattutto, delle esigenze dei fedeli che vi giungono in pellegrinaggio e, in base ad esse, suggerire eventuali iniziative pastorali per il futuro. Avrà, pertanto, un carattere esclusivamente pastorale. È previsto che completi il suo mandato entro l'estate prossima». Su cosa significhi quel «carattere esclusivamente pastorale» si sono concentrate le diverse ipotesi dei giornalisti. Non stupisce che ci sia chi ha interpretato la nota come un segnale di buona volontà da parte della Santa Sede che sarebbe finalmente disposta a impegnarsi nell'organizzazione dei flussi di pellegrini. Per cercare di mettere meglio a fuoco la questione è utile fare qualche passo indietro.
Nell'aprile 1991 i vescovi dell'allora Jugoslavia riuniti a Zara dichiaravano che «sulla base di quanto finora si è potuto investigare, non si può affermare che abbiamo a che fare con apparizioni e rivelazioni soprannaturali», lasciando però aperta la porta a future indagini. Da allora le posizioni si sono divise generando contrasti dentro la stessa Chiesa locale con in testa il vescovo di Mostar, Ratko Peric, fortemente critico sui presunti veggenti. Anche per venirne a capo, nel 2010 Benedetto XVI comandava l'istituzione di una commissione internazionale d'inchiesta presieduta dal card. Camillo Ruini. Tale commissione ha concluso le indagini nel gennaio 2014 e gli atti sono stati presentati alla Congregazione per la Dottrina della Fede e accolti con soddisfazione dal papa. Stando a quanto riferisce Vatican Insider (11/02/07), la commissione avrebbe espresso un atteggiamento di cauta apertura ovvero disponibile a riconoscere come tali le primissime apparizioni, sospendendo invece il giudizio su ciò che è venuto dopo, cioè sulle decine di migliaia successive dal giugno 1981. La medesima fonte riferisce che ci sarebbero due proposte: trasformare la parrocchia di Medjugorje in santuario alle dirette dipendenze della Santa Sede o smembrare il territorio di Medjugorje dalla diocesi di Mostar per riesumare una vecchia diocesi soppressa.
Ora è un fatto noto che il ripetersi delle presunte apparizioni nel tempo, tra le altre cose previste dai veggenti in una sorta di calendario prestabilito, ha reso più complicato il compito di raggiungere un verdetto definitivo. Ecco allora che in questo quadro l'ultima decisione del papa, espressosi già in maniera abbastanza chiara sul veggenti ancora nel giugno 2015 («Questa non è identità cristiana»), sembrerebbe inserirsi in un progetto teso più che altro a mettere sotto controllo la situazione facendo recuperare alla Chiesa un ruolo direttivo a vantaggio di un culto mariano autorizzato, ma senza porre un freno a un fenomeno che attira ogni anno milioni di fedeli generando un flusso dl denaro veramente notevole. (alessandro santagata)  

(Adista 25 febbraio)