giovedì 13 aprile 2017

Imboccare vie nuove

Dal 13 marzo 2013 qualcosa di profondo è cambiato, nella chiesa cattolica. Con l'avvento al soglio pontificio di un papa venuto «quasi dalla fine del mondo», è l'idea stessa di cambiamento a essere stata sdoganata, dopo una lunga stagione in cui la diffidenza verso di essa era trasparente.
Soprattutto in ambito italiano, in cui la transizione dall'uno all'altro millennio era stata assicurata alla presidenza della Cei dalla guida certo autorevole, e talora autoritaria, del cardinale Camillo Ruini. Uno dei prezzi da pagare, peraltro, come da diversi anni ci stanno mostrando le ricerche specializzate al riguardo, è stato il relativo appeal di quanti – a partire dai vescovi diocesani – garantiscono la presenza ecclesiale nella società. Per fare un esempio, in un'indagine ampia e approfondita guidata da uno specialista come il sociologo Franco Garelli nel 2011 e poi sfociata nel volume Religione all'italiana del Mulino, il grado di fiducia minore, dopo parrocchie, papa, clero e suore, spettava ai vescovi, avvertiti come vicini da non più del 31,1% della popolazione. Secondo l'autore, il sentimento di lontananza che la grande maggioranza dei nostri connazionali prova nei confronti dei vescovi – considerati nel loro insieme, come categoria – sembrerebbe suggerire l'idea a che il loro impegno e il loro pensiero nel Paese non siano in grado di suscitare passione e identificazione, a dispetto della grande risonanza pubblica di cui (almeno alcuni fra loro) godono. Non pochi li avvertono piuttosto distanti dalle proprie condizioni di vita. In quello stesso quadro, spicca invece l'attenzione che la gente comune, verrebbe proprio da dire: nonostante tutto, nonostante decenni di martellamento mediatico sulla centralità dei movimenti ecclesiali, riserva alla parrocchia, ancor oggi considerata da una quota consistente di popolazione come una struttura utile, un punto di riferimento sul territorio, al di là dei preti che la abitano, la gestiscono e si avvicendano. Nel frattempo, le ultime rilevazioni nazionali tendono ad allargare la forbice del livello di fiducia popolare nei confronti del papa (Francesco, dopo Benedetto XVI), in genere altissimo, e quello complessivo sulla chiesa cattolica (tendenzialmente assai basso).
Brunetto Salvarani

(Rocca, 07/2017)