venerdì 28 aprile 2017

IN DIALOGO CON FRATELLI ANONIMI

Cari fratelli anonimi,

penso proprio che la mia presentazione a qualche vescovo sarebbe per voi dannosa. Credo di essere il prete più screditato presso l'istituzione ecclesiastica ufficiale. Non trovo ascolto ( e non lo cerco) presso nessuna delle autorità delle varie chiese. Le mie posizioni teologiche e le mie pratiche pastorali sono lontane dalle teologie ufficiali.


Posso solo narrarvi brevemente qual'è stata la mia esperienza quando ho lasciato i ruoli istituzionali.  Ho lavorato di giorno e di notte e lentamente ho dato vita, continuando a studiare, ad alcuni piccoli gruppi in cui ho trovato una straordinaria solidarietà.

Se voi, per esempio, prendete casa e lavorate per mantenervi, presto troverete chi vi darà una mano e potrete, già in casa vostra , dar vita ad alcuni esperienze  di comunità ( gruppi di lettura biblica, celebrazione eucaristica, momenti di studio....) . Intanto, per rigenerare la fede e il ministero, è molto utile conoscere la fatica del quotidiano, pagare le bollette, prepararsi i pasti. Tutte queste esperienze possono mettervi in contatto reale con la vita della gente.

Mi ha un po' stupito la vostra ricerca di un vescovo accogliente. A mio avviso, questi vescovi "indipendenti" perlopiù sono faccendieri ecclesiastici o fantasmi o personaggi dai quali stare alla larga. Non c'è alcun bisogno di fondare nuove chiese, ma forse lavorare intensamente affinché le nostre chiese si convertano al Vangelo di Gesù.

Del resto la successione nella fede degli apostoli non va confusa con la successione nell'ordine episcopale: un relitto teologico cattolico.

Si può avere la cosiddetta "ordinazione" senza mai entrare nella successione della fede apostolica: tanti "ordinati" non sono mai diventati cristiani!

Il dono e la responsabilità del ministero non derivano da una "ordinazione valida", ma da una profonda passione per il Vangelo e per i poveri e dal riconoscimento di una comunità cristiana  di cui il ministro è parte e compagno di viaggio.

Sono disponibile ad incontrarvi in totale riservatezza, qualora lo riteniate opportuno ed utile.

Cari fratelli Anonimi, vi auguro ogni bene e se, a partire dalla fiducia in Dio e dall'accoglienza dei Suoi doni, riconoscete in voi la chiamata al servizio pastorale, siate audaci e non lasciatevi vincere dalla paura perché Dio vi accomapgnerà e vi farà trovare tanti compagni e compagne di viaggio. E' stato così per me: il ministero è diventato un dono meraviglioso quando, senza mai uscire dalla mia chiesa, ho varcato la soglia di quel pantano dogmatico e pieno di sicurezze in cui la gerarchia mi voleva far vivere.

Che Dio accompagni i nostri giorni: con o senza la benedizione del vescovo.

don Franco Barbero