venerdì 21 aprile 2017

Nasce un supergruppo mercantile e militare che sfida i big asiatici

GENOVA. La ventunesima bandierina nella carta geografica del mondo Fincantieri la pianta in Francia, Cantieri di Saint Nazaire, Bretagna. L'accordo che si andrà a definire nei prossimi mesi ha però una valenza speciale, perché apre alla collaborazione allargata su ogni tipo di nave di superficie, mercantile e militare. Ogni cosa a suo tempo, ovviamente, come ricorda l'amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono. Ma è un dato di fatto che questo risultato è una sua vittoria, perché centra tutti gli obiettivi che il gruppo si era prefissato: la maggioranza del capitale italiano, l'ingresso nella rimanente quota azionaria, al fianco dello Stato francese, del gruppo Dcns, specializzato nel business militare, con cui Fincantieri ha una collaborazione di lunga data. I programmi "Orizzonte" e "Fremm", sviluppati insieme, rappresentano già oggi la più importante intesa a livello europeo nel settore della difesa navale.
E ora? Ora si può ragionare su nuove operazioni congiunte fino ad arrivare alla prospettiva finale, l'ingresso di Dcns nel capitale di Fincantieri. A questo punto si materializzerebbe quel progetto, coltivato sempre da Bono, di dar vita a una sorta di Airbus dei mari, un gigante della cantieristica navale in grado di confrontarsi con i concorrenti asiatici. Il punto di partenza è comunque rappresentato da una delle glorie di Francia, che non a caso i francesi hanno cercato di difendere fino all'ultimo, i gloriosi "Chantiers de l'Atlantique", poi rilevati dai coreani di Stx e ribattezzati Stx France. L'offerta vincente di Fincantieri (un'ottantina di milioni di euro per il 66,6% del capitale) aveva imposto un nuovo cambio, stoppato però dai francesi. Ora arriva l'accordo che consegna il capitale dei cantieri al primo costruttore mondiale di navi da crociera e al gigante francese della cantieristica militare. Si proseguirà con questa doppia produzione. Stx France, infatti, ha firmato le nuove navi di Msc Crociere, ma ha anche costruito in tempi recenti due navi rifornitrici della classe Mistral (ordine russo, poi stoppato per l'embargo e girato all'Egitto). Sul piatto ci sono cento milioni di euro di investimenti nei prossimi tre anni per interventi sul cantiere (altri cento negli stabilimenti americani). Intanto è già caccia al business.
Massimo Minella

(la Repubblica 7 aprile)