martedì 2 maggio 2017

AGGHIACCIANTI TESTIMONIANZE DALLA CECENIA

di Andrea Maccarrone - Pride online - 2 maggio 2017

Ancora agghiaccianti testimonianze dalla Cecenia. Testimoni oculari omosessuali che sono riusciti a scappare rivelano che le autorità obbligano i familiari a uccidere i loro stessi figli. Voci perfettamente in linea, per altro, con quanto affermato dalle stesse autorità cecene allo scoppiare del caso a livello internazionale, negando l’esistenza di omosessuali nel Paese e aggiungendo: « Anche se esistesse gente così in Cecenia, le forze dell’ordine non dovrebbero occuparsene, perché i loro parenti li manderebbero in quel posto da dove non potrebbero tornare».

Adesso un testimone anonimo sentito da France 24 ha rivelato: «Siamo sempre stati perseguitati, ma mai fino a questo punto. Ora ci arrestano tutti. Ci uccidono, fanno ciò che vogliono. Sanno che nessuno li perseguirà perché l’ordine viene d’alto, con l’obiettivo di “ripulire” la nazione da persone come noi».
Terribili le condizioni di detenzione illegale e di tortura cui sono sottoposti i prigionieri in siti segreti: « Torturano i prigionieri con l’elettricità e la privazione di cibo. La notte gettano gli avanzi di cibo nelle celle anziché nella spazzatura. Non lo fanno per dare da mangiare ai prigionieri ma per umiliarli a mangiare gli avanzi. Poi li fanno stare in fila e li costringono a darsi dei nomi da donna. Alcuni hanno preferito essere uccisi piuttosto che sottoporsi a queste umiliazioni. Molti hanno resistito ma sono picchiati orribilmente, vengono sottoposti a elettroshock».
Le testimonianze concordano su quanto accade dopo: «Dicono alle famiglie di uccidere il loro figlio. Li chiamano e gli dicono:“O lo fate voi o lo facciamo noi”. Lo definiscono “pulire il tuo onore col sangue”. Hanno torturato un uomo per due settimane, poi hanno convocato i suoi genitori e il fratello e quando sono arrivati gli hanno detto: “Vostro figlio è omosessuale, fatelo fuori o lo faremo noi”. E loro hanno risposto: “È la nostra famiglia, lo faremo noi”. Lo hanno portato via e ucciso nella foresta. Lo hanno sepolto lì senza neanche un funerale. Se tornassi a casa la mia famiglia mi ucciderebbe ugualmente».
Probabilmente spinto dalla grande attenzione internazionale e dalle manifestazioni che si sono tenute nelle scorse settimane in tutto il mondo, Vladimir Putin ha incontrato il presidente ceceno Kadyrof, che ha continuato a negare quanto denunciato.
E di totale negazione del problema rimane la posizione espressa dal presidente russo, che, attraverso un portavoce, ha dichiarato: «I testimoni hanno deciso di rimanere anonimi perché non ci sono prove». Intanto ieri una trentina di attivisti Lgbti che protestavano a Mosca contro le persecuzioni in Cecenia sono stati bloccati e arrestati dalla polizia.