martedì 16 maggio 2017

Ivan Scalfarotto: "Nessun flop, siamo in linea con l'estero"

ROMA. «Una legge di civiltà, i dati sono nella media degli altri paesi che hanno approvato normative simili». Dice così Ivan Scalfarotto, Pd, sottosegretario allo Sviluppo economico ma soprattutto grande sostenitore della legge sulle unioni civili.
Sottosegretario, ma 2.802 unioni civili in 8 mesi non sono poche?
«Il dato numerico non m'interessa perché negli Usa "solo" 20 esecuzioni nel 2016 non mi fanno pensare che non valga la pena di abrogare la pena di morte. Se anche a due sole persone avessimo riconosciuto dignità e pienezza dei diritti, ne sarebbe valsa la pena».
Su questo siamo ovviamente d'accordo. Ma i numeri sono numeri. Perché la disturba la parola flop, che lei ha definito "vergognosa"?
«Non la userei per una legge di civiltà. Il fatto che l'Italia si sia allineata alle grandi democrazie e abbia risposto alla sentenza di condanna della Cedu dandosi una legge tanto attesa, non può essere un flop perché non si può misurare quantitativamente».
Lei insiste sull'equivoco tra i dati e la legge.
«I calcoli ci dicono che, rispetto ai matrimoni celebrati in Italia, 194.377 nel 2015, siamo al 2,2%. Per l'Istat, nel 2012 le persone omosessuali erano tra il 2 e il 6%, quindi il conto torna. In Spagna, i matrimoni furono il 2,1% rispetto ai regolari, il 2% in Olanda».
Ipotizzavate questo numero?
«Non ho mai pensato a un numero, dico solo che siamo in linea con le statistiche e con i Paesi che hanno introdotto leggi simili».
Per Repubblica la legge è stata ed è importante, anzi, avremmo voluto di più, una legge con la stepchild adoption. E vero o no che il Pd ha ceduto ai cattolici?
«No, la verità è che il Pd al Senato è stato tradito in aula da M5S con cui aveva costruito la legge...».
È proprio sicuro, non è che ha strizzato l'occhio ai cattolici?
«Non direi proprio. Ci sono gli atti parlamentari a dimostrarlo. Con il povero senatore Airola di M5S chiamato ad affondare la legge che aveva costruito con Cirinnà in commissione Giustizia dove tutto M5S l'aveva votata».
Vuole sostenere che il Family day non ha pesato sul Pd?
«No, perché il Pd ha messo il voto di fiducia su una legge che quelli del Circo Massimo non volevano neppure nella sua attuale versione, tant'è che Gandolfini ha votato no al referendum costituzionale proprio per questo e ha cercato di raccogliere le firme per un referendum abrogativo senza riuscirci».
Liana Milella

(la Repubblica 8 maggio)