giovedì 25 maggio 2017

L'amaca di Michele Serra

CI VOLEVANO due ore piene per vedere sfilare, da un marciapiede di piazza della Repubblica, tutta la Milano che ha manifestato contro il razzismo.
Popolo, per quantità e soprattutto per qualità: i filippini che puliscono le case, i latinos che guidano i furgoni e fanno i portinai, i cinesi del piccolo commercio e dei bar, gli ambulanti e gli scaricatori africani, gli operai rumeni, le badanti slave, i volontari, gli scout, i militanti politici, i sindaci (parecchi) con la fascia tricolore, i cittadini milanesi presenti in quanto cittadini milanesi.
Il capo dei leghisti, il giorno prima, aveva previsto «una manifestazione di riccastri di sinistra»: uno che non sa niente, evidentemente, della città in cui vive e del popolo che la abita e la forma. Bocciato, insomma, all'esame di populismo.
Così come esistono le famiglie di fatto, esistono le città di fatto, e la Milano vista ieri era esattamente questo: una città di fatto, con la sua vivezza, i suoi urti, i suoi problemi.
La politica ha il compito di prendere atto di come cambia la società, di offrirle doveri e diritti, regole e possibilità. Non di piegarla al proprio arbitrio. Il razzismo è ideologico, l'antirazzismo è pragmatico.

(la Repubblica 21 maggio)