martedì 9 maggio 2017

Markos, il prete copto: "Soltanto disarmati sconfiggeremo l'odio"



IL CAIRO. «Ottocento anni fa arrivò da Assisi san Francesco per incontrare il Sultano Melek-el-Kamil. Oggi è arrivato il Papa che ha preso il nome del santo, un uomo che con la forza della sua semplicità disarma tutti. Questo è per noi un giorno di grande speranza: l'odio si può vincere con l'amore e con la fratellanza di tutte le religioni. L'odio si vince disarmati, con la sola forza dell'amore».
Padre Markos è parroco della chiesa di Santa Maria del Giardino della Città, una delle parrocchie copte storiche più popolose del centro del Cairo. Tanti bambini si sono riuniti con lui superando strade presidiate dalle forze dell'ordine. Il desiderio di essere «insieme al Papa in questo giorno di festa» è stato più grande di ogni difficoltà, i recenti attentati sembrano un lontano ricordo.
Non avete paura?
«No, nessuna paura. Siamo qui per testimoniare la nostra fede. Certo, siamo molto tristi per i recenti attentati che ci hanno davvero colpito al cuore. Ma sappiamo che il nostro governo ci proteggerà e ci farà vivere a lungo nella pace. E Papa Francesco ci sta aiutando in questo. La sua visita rafforza questa nostra convinzione».
Cosa pensa di Papa Francesco?
«Di lui ci colpiscono il carattere, il suo insegnamento e le sue relazioni. Il carattere umile e semplice è come quello di san Francesco, santo che anche noi copti amiamo. Il suo insegnamento tocca profondamente le coscienze. Inoltre, oggi abbiamo la conferma di quanto siano importanti le relazioni per instradare un processo di pace. Colpisce anche il fatto che Francesco sappia avere relazioni con tutti. La sua forza è nel saper costruire ponti, nel non chiudere la porta in faccia a nessuno».
Crede che le comunità copte possano anche in futuro fare parte dell'Egitto? Gli attentati sembrano volervi spingere a lasciare il Paese.
«Noi continuiamo a sperare e siamo convinti che la pace sia il nostro cammino e il nostro obiettivo. Certo, siamo minoranza, insieme a tante altre minoranze del Paese, ad esempio i cattolici. Ma sappiamo che il futuro si può costruire insieme, rispettandoci e nella consapevolezza che sopra di noi brilla il sole di un unico Dio».
Cosa pensa dell'incontro avvenuto ad Al-Azhar?
«Ne sono contento. Al-Azahr significa "moderazione". E oggi è proprio la moderazione fra noi a rendere i rapporti più fraterni. Siamo molto felici per la visita, per la conferenza di pace. Apprezziamo tutti i princìpi che il Papa propone, il suo indomito lavoro per la pace. È un uomo forte, un uomo per le cose forti».
PAOLO RODARI

(la Repubblica 29 aprile)