mercoledì 24 maggio 2017

Solo un vero pensiero critico ci salverà dall'oscurantismo


Il musulmano e l'agnostico di Tariq Ramadan e Riccardo Mazzeo (Erickson pag. 160, euro 10)

Criticare il senso comune, risalire dai sintomi alle cause, immaginare orizzonti alternativi. Su questo Tariq Ramadan e Riccardo Mazzeo, ovvero Il musulmano e l'agnostico (secondo il titolo del libro scritto a quattro mani per Erickson), sono pienamente d'accordo. È quanto emerge in un dialogo di ampio respiro culturale, che affronta con un linguaggio semplice e un registro talora perentorio i temi più urgenti dell'agenda pubblica.
Dieci anni fa Nina zu Fürstenberg si chiedeva Chi ha paura di Tariq Ramadan? (Marsilio). Il governo statunitense gli aveva impedito di insegnare alla Notre Dame University e, dall'altra parte, veniva accusato di apostasia per aver firmato un appello alla moratoria della pena di morte. Oggi Mazzeo ha il merito di divulgare con chiarezza il pensiero di Ramadan, divenuto nel frattempo professore a Oxford, contestualizzandolo con una scelta originale e feconda in quella vasta costellazione di teorie critiche contemporanee, che include, tra i tanti, Ulrich Beck e Zygmunt Bauman, Edgar Morin e Tzvetan Todorov.
Per l'intellettuale svizzero, del resto, la maggiore patologia dell'Occidente consiste nella colonizzazione della vita da parte della ragione strumentale. Risiede in gran parte qui l'origine dei mali attuali. Poiché in nome della religione dell'utile, l'Occidente ha depredato il Sud del mondo, la disuguaglianza è aumentata a dismisura e le guerre hanno devastato intere regioni del pianeta. Il neoliberismo sarebbe il motore una violenza sistemica, che sta alla base dell'odierna emergenza terroristica. E qui il nipote del fondatore egiziano dei Fratelli Musulmani cerca di evitare equivoci: il terrorismo va ovviamente condannato, tuttavia, proprio per sconfiggerlo, bisogna individuare i fattori che lo alimentano.
Solo un preciso esercizio critico permetterà allora di demistificare l'equazione tra terrorismo, emigrazione e islamismo: perché gli attentatori sono in larga misura cittadini europei; perché se circolano le merci, non si può impedire la circolazione degli esseri umani; e perché parlare genericamente di "migranti musulmani", anziché ad esempio di migranti turchi, pachistani o siriani, inquina il dibattito e diffonde la sbagliata convinzione che l'islam non rappresenti una religione a tutti gli effetti europea.
Ma la critica della communis opinio e l'indagine delle cause devono tradursi in un nuovo atteggiamento nei confronti della vita pubblica. Ramadan ritiene che al multiculturalismo dell'ignoranza e della paura debba sostituirsi un pluralismo fondato sulla conoscenza. Ecco la ragione per cui dalla - scuola dipenderà la qualità della convivenza a venire. Perché bisogna impara' re da bambini che la secolarizzazione implica sì la distinzione tra sfera politica e sfera religiosa, ma non può tradursi nell'annullamento di quest'ultima. D'altronde, in un universo sempre più alienato, asservito alla tecnica e al profitto, le chiese sono destinate a prosperare. Le religioni, infatti, custodiscono quelle risorse simboliche, quel senso che altrove si fatica a trovare.
Giulio Azzolini

(la Repubblica 16 maggio)