giovedì 1 giugno 2017

ASCOLTARE


Ritengo molto grave il fatto che sovente si tenda ad emarginare il silenzio dalla vita in generale e anche dalla vita cristiana, dal culto, dalla preghiera. Per me è addirittura inconcepibile una vita senza silenzio. Sarebbe facile tessere l'elogio umano, filosofico e sapienziale del silenzio (cose tutte da non trascurare), ma mi preme di più annotare un elemento di fede.
Il silenzio infatti nella fede non è solo assenza di parole, ma confessione di un fatto fondamentale: prima della parola mia o nostra c'è la parola di un Altro. Bisogna dare spazio a questa Parola e darle la precedenza.
Ma nella fede il silenzio è anche attesa (“Sta' in silenzio davanti al Signore, aspettaLo, spera in Lui, Salmo 37): è l'atteggiamento di chi accoglie un dono e ascolta per trasferire nel cuore, per lasciarsi penetrare e ferire dalla Parola di Dio, senza la fretta di risponderGli subito o di difendersi.
Così il silenzio ci mette nudi davanti al Signore senza le foglie delle nostre parole. Nel silenzio misuriamo la distanza che ci separa da Lui e ritroviamo la strada (che è tutta grazia) per saperci di nuovo stupire delle Sue opere, delle Sue meraviglie e concentrarci sull'essenziale: il Suo amore che esige una risposta in tutta la nostra vita.
Mi sembra che particolarmente nel silenzio, costretti a guardare Dio negli occhi, cadano i nostri camuffamenti e vengano smascherate le nostre fughe da Lui. Certo, lo so benissimo, il silenzio può essere ambiguo e vuoto. Ma questi pericoli e queste deviazioni, sempre possibili, non devono incoraggiare una facile denigrazione del silenzio. E' indispensabile per un credente ritagliarsi spazi di silenzio per “fecondare” la vita di ogni giorno”.
Franco Barbero (in Olio per la lampada 1999)