martedì 6 giugno 2017

IL CAMMINO AVANZA ,SIA PURE CON CONTRADDIZIONI


“Portare il Vangelo ai margini”. Il vescovo Stowe al congresso dei cattolici LGBT degli Stati Uniti.

by Gionata · 6 giugno 2017


Articolo di Patricia Lefevere pubblicato sul sito del settimanale cattolico National Catholic Reporter (USA) il 4 maggio 2017, libera traduzione di Silvia Lanzi
A Chicago era davvero a suo agio il vescovo John Stowe di Lexington, nel Kentucky (Stati Uniti), con il suo saio francescano circondato dai colori dell’arcobaleno all’ottavo congresso annuale di New Ways Ministry (28-30 aprile 2017).
Era la prima volta che un vescovo parlava davanti ad un’associazione che promuove i diritti di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali cattolici. “New Ways Ministry ha fatto in modo che io venissi qui“, ha raccontato il vescovo in un’intervista di una quarantina di minuti rilasciata al settimanale cattolico National Catholic Reporter (NCR). Ha anche aggiunto di aver osservato con ammirazione l’impegno di questo gruppo verso le persone LGBT durante gli anni.
Il direttore di New Ways Ministry Frank DeBernardo ha invitato il cinquantunenne vescovo Stowe dopo aver sentito le sue riflessioni sulla Scrittura, nel 2016, all’incontro annuale della Conference of Major Superiors of Men (riunione di tutti i superiori dei vari ordini religiosi maschili).
“Non potevo credere alle mie orecchie” ha detto DeBernardo, paragonando le parole di Stowe a quelle di papa Francesco e del santo di Assisi. Sembra che tutti e tre dicano all’unisono che “il compito della Chiesa è portare il Vangelo ai margini“.
Stowe ha affermato di essere onorato che gli sia stato chiesto di “condividere la Parola di Dio” con i trecento partecipanti a quel fine settimana. Il religioso nella sua omelia ha offerto le alcune riflessioni su due testi del Vangelo, quello della preghiera iniziale del 28 aprile (Matteo 12:1-14) e quello proclamato il 29 apèrile (Luca 6:37-45). Il già vescovo ausiliario di Detroit Thomas Gumbleton, il cui intervento era in programma, ha dovuto invece declinare il suo intervento a causa della malattia.
Il vescovo Stowe ha detto di aver avuto una lezione d’umiltà da parte di coloro che ricercano “una vita di fede in una Chiesa che non sempre li accoglie o li valorizza” nella loro dignità. Come pastore, sente il bisogno di sentire le loro voci e vuol prendere in seria considerazione le loro esperienze; ha poi aggiunto che sia la presenza che la perseveranza delle persone LGBT sono state, per lui, fonte di ispirazione.
Mostrano “un’incredibile misericordia” chiamando la Chiesa “ad essere più inclusiva e più simile a Cristo nonostante abbiano così tante ragioni per andarsene“.
Ma che abbia accettato di parlare all’incontro di New Ways Ministry, non ha incontrato il favore di molti cattolici del Kentucky e degli altri vescovi.
“Nel mondo dei blog (dei tradizionalisti) le critiche sono spesso aspre e continue” e vengono da “anonimi presuntuosi online e da quelli che ne sottoscrivono i feeds” ha affermato Stowe, definendo alcuni di quei post deliberatamente crudeli.
Un polemica che si è calmata abbastanza dopo che il vescovo ne ha parlato in un programma di una radio cattolica locale, nel dicembre del 2016, “ma che non si è completamente smorzata. Mi aspetto che riemerga dopo il congresso“.
Tra gli oppositori dell’iniziativa il vescovo Stowe crede che ci siano molti cattolici sinceri che stanno “davvero lottando per capire” tutto ciò che gira intorno all’omosessualità. Ha aggiunto anche che spera e prega “per una cultura dell’incontro” che assicuri di “poterci impegnare pienamente con quelli che vogliono vivere una vita cattolica e che amano la Chiesa cattolica… Perché dobbiamo girare loro le spalle?“.
Il vescovo Stowe col suo intervento è tornato indietro ottocento anni all’incontro di san Francesco con il mendicante. Sulle prime, il lebbroso e le sue piaghe lo repellevano, ma più tardi Francesco riuscì a baciarle. “Francesco venne trasformato da questo incontro” ha detto il vescovo. Questa reazione del santo di Assisi è stata il titolo del convegno (dei cristiani LGBT) dal tema “Justice and Mercy Shall Kiss: LGBT Catholics in the Age of Pope Francis”.
“Il nostro modo di vedere è che la giustizia e la misericordia sono incompatibili” ha affermato Stowe. Ma papa Francesco ha chiesto ai cattolici di cercare modi nuovi in cui possiamo operare insieme, aprendo nuove possibilità e cercando di non giudicarci a vicenda. “Tutti abbiamo bisogno di [misericordia]; si tratta di un bisogno di conversione sia della Chiesa come istituzione che di tutti i suoi membri“.
Alla domanda su come crede che la Chiesa cattolica debba rispondere ai casi degli impiegati LGBT – molti dei quali sono stati licenziati (negli Stati Uniti) dagli incarichi ecclesiali che avevano occupato per lungo tempo – il vescovo Stowe ha sottolineato che la Chiesa cattolica deve essere accogliente e non discriminatoria nei loro confronti.
“Come Chiesa, dobbiamo conservare la nostra tradizione e la nostra integrità. Rischiamo di contraddirci se vogliamo che i nostri impiegati vivano secondo gli insegnamenti della Chiesa, mentre noi come istituzione non lo facciamo e la fede che professiamo si è sempre opposta ad ogni tipo di discriminazione“.
Il vescovo Stowe pensa che la Chiesa possa trovare un modo per “difendere la nostra libertà religiosa senza violare i diritti umani di nesuno” ed ha sottolineato il secolare impegno della Chiesa per causa dei lavoratori, dei loro diritti e del loro salario, per il loro trattamento umano sul luogo di lavori e per le conrattazioni collettive. “Dobbiamo essere coerenti, anche se a volte può essere molto difficile“.
La sfida è quella di “articolare in modo coerente i principi del Vangelo ed allargarli compassionevolmente” ha notato anche che l’insegnamento sociale della Chiesa ha sempre sostenuto la dignità di ogni singola persona. “Predichiamo lo sviluppo umano come uno degli obiettivi principali e questo è molto più importante della protezione delle nostre istituzioni“.
Sebbene sia vescovo da meno di due anni e abbia partecipato a poche assemblee episcopali nazionali, Stowe ha detto che nei “piani alti” della chiesa c’è la paura che la legislazione laica, possa aumentare la pressione sulla Chiesa istituzionale a risolvere in modo diverso i problemi dei lavoratori LGBT.
Comunque, ha affermato che è una grave realtà il fatto che la Chiesa cattolica abbia allontanato “un’intera generazione“. Il vescovo Stowe ha anche ricordato che durante le sue innumerevoli visite per amministrare la cresima, gli adolescenti gli hanno chiesto spesso: “Perché gay e lesbiche non possono essere se stessi? Perché non possono amare chi vogliono?“.
Ha detto di ammirare il modo netto in cui i giovani sanno che la Chiesa crede al valore di ogni singola persona. Ma ha aggiunto che sanno bene che le persone LGBT nella Chiesa cattolica non sempre sono trattate in modo corretto.
Il vescovo Stowe, in definitiva, ha ricordato l’insegnamento della Chiesa sulla dignità di ogni essere umano citando passaggi del documento Gaudium et Spes (che si occupa della Chiesa nel mondo moderno e che è stato emanato nel 1965 durante il concilio Vaticano II ), ricordando in tal modo come la discriminazione porti alla disumanizzazione espressa frequentemente nel bullismo, nell’abuso, nella violenza e, qualche volta, persino nella morte. “Dobbiamo ascoltare i nostri giovani e fare attenzione a cose come queste” ha insistito il vescovo.
Riflettendo su Matteo 12:1-14, il vescovo Stowe ha detto alla platea che in questo passo sulla moralità cristiana, egli trova che il valore infinito della persona umana sia la “pietra di paragone e il fondamento per determinare la moralità di qualsiasi atto e comportamento. La moralità cristiana ha più a che vedere con il benessere e la dignità delle persone che non con regole e norme. E Gesù l’ha insegnato in molte occasioni.