venerdì 9 giugno 2017

MONSIGNO VINCENZO PAGLIA INTERPRETA MALE IL VANGELO

Gentile don Franco Barbero,

Lei già una volta ha pubblicato dandomi ragione. Sono decenni ormai che segnalo invano lo stesso errore nell’interpretazione di un passo del vangelo, e non mi aspettavo che a sbagliare questa volta fosse nientedimeno che monsignor Vincenzo Paglia, arcivescovo e presidente della Pontificia Accademia per la vita. Durante la trasmissione “Di martedì” (La7 – 6 giugno), il simpatico monsignore ha detto: “Gesù a tal punto amava i bambini da arrivare a dire che a chi li scandalizza è meglio sia messa una macina al collo e gettato in fondo al mare”. 

Il versetto del Vangelo mal interpretato è il seguente: “Ma se uno sarà di scandalo a uno di questi piccoli che credono in me, è meglio per lui che gli sia legata al collo una mola asinaria e sia precipitato nel fondo del mare”. I piccoli di cui parla Gesù, non sono i  bambini, ma i suoi seguaci.  Ecco il commento di P. Rossano: “I piccoli sono i seguaci di Cristo, senza preminenza né appoggi umani, perciò più esposti ai pericoli dello scandalo, per altro inevitabile, data la proclività al male della natura umana” (La Bibbia – Edizioni Paoline 1990).

Ed ecco il noto versetto nella Bibbia (LDC - ABU), tradotta in lingua corrente da studiosi cattolici e protestanti: "Ma se qualcuno farà perdere la fede a una di queste persone semplici che credono in me, sarebbe più conveniente per lui che lo buttassero in fondo al mare, con una grossa pietra legata al collo".

Renato Pierri