lunedì 19 giugno 2017

Nessuno paga per la festa finita in dramma

Ecco, in uno scenario di questo tipo trentamila persone sono state ammassate davanti a un maxischermo per vedere una partita di pallone. Non c'erano controlli sufficienti, il parcheggio sotto la piazza è rimasto aperto, sopra la piazza organizzavano il tifo un centinaio di ultras già diffidati, e sulla stessa piazza si è presto disteso un micidiale tappeto di bottiglie di vetro vendute da ambulanti che in quanto abusivi non avrebbero dovuto trovarsi lì, né altrove. Sappiamo anche che la festa finita in dramma è stata organizzata con un paio di riunioni informali presiedute dal capo di gabinetto della sindaca, Paolo Giordana. Abbiamo pure appreso che il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza – che dal nome si capisce quello di cui dovrebbe occuparsi e che riunisce i massimi vertici istituzionali della città: sindaco, prefetto, questore, tutti i comandanti provinciali delle altre forze dell'ordine – non si è mai riunito per discutere dei rischi di quel maxiraduno organizzato in piazza alla bell'e meglio, con pochi uomini, pochi mezzi e pochi soldi. Meglio piuttosto non organizzarlo questo evento piuttosto che predisporlo senza le risorse necessarie per garantire la sicurezza assoluta. Del resto la sindaca, come indica il bilancio di previsione della sua amministrazione, dimostra di conoscere bene l'uso delle forbici. E perché allora non rinunciare alla partita in piazza, perché non prevedere una notte di Coppa allo Juve Stadium come il Real Madrid al Bernabeu? Perché, se per caso fosse filato tutto liscio, la sindaca dopo tante critiche e tante speranze deluse si sarebbe rifatta il trucco e avrebbe recuperato almeno in popolarità.
Ahinoi non è filato tutto liscio. Eppure cinque giorni dopo tutti i principali responsabili di questo scenario di guerra con 1.527 feriti sono ancora al loro posto - come se non fosse accaduto nulla - non chiedono scusa perché sono convinti di non aver sbagliato, nessuno ha la dignità di dimettersi e nessuno ha intenzione di rimuoverli. E per paradosso quasi nessuno ne chiede le dimissioni, se non minoranze della minoranza in Sala Rossa. Eppure queste persone, con diversi gradi di responsabilità, hanno causato danni gravissimi: intanto economici (pensiamo per esempio a quanto è costato medicare i feriti che hanno intasato tutti i pronto soccorso della provincia); soprattutto fisici, a millecinquecentoventisette persone; infine psicologici a diverse migliaia di torinesi che ora provano ancora più paura di prima e che, molti già lo dicono, probabilmente rinunceranno allo spettacolo dei fuochi di San Giovanni, per esempio. Hanno torto? Forse sì, ma a ragion veduta possono chiedersi in che mani siamo, a chi è affidata la sicurezza della città. Un capolavoro al contrario insomma, cioè un disastro totale, e nessuno che ancora almeno si scusi, dopo aver denunciato la propria parte di responsabilità. Tolta la parziale ammissione della sindaca e ben prima delle conclusioni cui arriverà l'inchiesta della magistratura.
Roberto Orlando

(la Repubblica 8 giugno)