venerdì 16 giugno 2017

Un incontro diocesano eccezionale

Come il lettore e la lettrice di questo blog hanno certamente capito, la comunità cristiana di base di Via Città di Gap di Pinerolo (a differenza di altre) partecipa intensamente anche agli incontri della nostra chiesa locale.
Lo facciamo con convinzione in molte sedi perché crediamo che la chiesa locale sia uno dei luoghi privilegiati per il confronto con le altre componenti del popolo di Dio.
Succede persino che il nostro presbitero sia invitato in qualche parrocchia a predicare e che parecchi teologi, gruppi e pastori passino per un confronto con la comunità.
Mercoledì 7 giugno alcuni di noi hanno partecipato all'incontro sull'annuncio di fede nella catechesi, nella predicazione, nelle comunità parrocchiali.
Relatore di grande levatura, il teologo Enzo Biemmi (di cui segnalai poco tempo fa "Il Secondo annuncio - Edizioni Dehoniane) ci ha fornito un quadro del "nuovo paesaggio" ecclesiale. Occorre scatenare la creatività e invertire la direzione: non più dai sacramenti alla fede, ma dalla fede ai sacramenti. Non esiste un "modello" solo, ma dobbiamo partire dalle "persone reali", dalle "famiglie reali" e annunciare l'amore con cui Dio ci ama, l'amore che Gesù ci ha testimoniato.
II parroco e il/la catechista che sudano sette camicie per presentare tappa dopo tappa il catechismo, constatano con delusione la sterilità dei propri sforzi. Molto spesso questa frustrazione pastorale si avvita su se stessa e non riesce a guardare la nuova realtà. Tanto meno è in grado di formulare nuove ipotesi e programmare nuovi percorsi: " Il problema è che la fede non va più presupposta, ma proposta". ( pag.33).
Il secondo annuncio parte dalla lucida consapevolezza che è venuto meno il contesto di cristianità e quindi il modello, che in qualche modo ha funzionato per secoli, ora mostra la sua totale inadeguatezza: "Anche là dove il campanile è rimasto al centro del paese, questo paese non è più cristiano" (pag.13).
Continuare ostinatamente con il solito catechismo? Si può, ma è come pescare in un deserto.
Bisogna percepire che il Vangelo non ha perso nulla della sua validità, ma noi lo abbiamo rivestito e presentato con le parole e i segni dei secoli passati; anzi lo abbiamo fatto diventare l'elemento strutturante di quei secoli in una forma ecclesiastica che abitava il centro e il governo della società.
Da tempo siamo entrati in un altro mondo! La maggioranza dei cristiani non se n'è accorta. Pensa che il buon tempo antico ritornerà. Si tratta solo di lasciar passare questo momento terribile. Ma le cose non stanno così. La societas christiana non ternerà più (per grazia di Dio).
Solo se si conosce la gioia di lasciarsi interpellare e di ricominciare, allora le nostre comunità possono ridiventare liete testimoni della presenza e dell'amore di Dio.
Ma chi non ascolta la realtà e le persone di questo nostro tempo, non vede nemmeno le nuove opportunità di ripensare e riproporre il messaggio evangelico. Molto difficilmente chi si aggrappa nostalgicamente al tramonto saprà aprirsi all'aurora del giorno che viene.

Franco Barbero