martedì 27 giugno 2017

UN LIBRO DA NON DIMENTICARE

AA.VV., Dieci parole chiave su Gesù di Nazareth, Cittadella,
Assisi 2002, pagg. 448, € 31,50.
Il volume, a cura del teologo spagnolo Juan Tamayo-Acosta, riporta alcuni studi di teologia della liberazione e di teologia femminista sempre con una marcata attenzione all'orizzonte etico.
Dopo una veloce rilettura delle tappe della ricerca sul Gesù della storia, gli Autori convergono sul fatto che le "formule" rischiano di imprigionare Gesù in una scatoletta dogmatica. "Credo che oggi siamo in grado di sapere quanto basta per affermare che Gesù fu agli occhi dei suoi contemporanei, come dice lo studioso M. Quesnell, una personalità fuori dal comune, la cui vita fu guidata da una vocazione eccezionale" (pag. 101). "La maggior parte dei titoli attribuiti a Gesù nei vangeli non provengono dal Gesù della storia, ma sono sviluppi cristologici della comunità primitiva" (pag. 102) che non sono scaturiti dal nulla, ma dal tentativo delle origini cristiane di illustrare, con questi linguaggi e con queste metafore, la funzione di Gesù e la sua singolare intimità con Dio. Quando Gesù "ha fatto riferimento a Dio, lo ha fatto come ragione, fondamento e riferimento ultimo della sua prassi" (pag. 199). In ogni caso si tratta di "una intimità con Dio che non è identità" (pag. 202) con Dio. In seguito, per indicare questa intimità, la tradizione cristiana, assumendo categorie filosofiche greche, parlò di unione ipostatica: "Espressione che acquisisce senso soltanto nei suoi particolari contesti storici, abbastanza estranei alla nostra mentalità contemporanea. Ai nostri giorni, va detto, tale espressione ha perso come minimo tutto il suo carattere di "vangelo" e solleva il problema che oggi rappresenta una delle maggiori zavorre del cristianesimo e dal quale però le nostre chiese non sembrano disposte a prendere le distanze… la ellenizzazione della fede" (pag. 202).
"Non meno significative sono le osservazioni del teologo Jon Sobrino: "Il rapporto di Gesù con Dio è stato come quello di una creatura, e si è espresso in maniera specifica e globalizzante: relazione di fiducia, e per questo motivo Dio è "Abba" per Gesù, e relazione di disponibilità, e perciò per lui l'Abba continua ad essere Dio" (pag. 280), quel Dio che il nazareno prega, come ricorda con vivi accenti di umanità la lettera agli Ebrei (5,7).
Franco Barbero