venerdì 21 luglio 2017

Chiesa

Spesso, non solo nel linguaggio giornalistico, si usa il vocabolo "chiesa" (anche con la maiuscola) o Chiesa Cattolica e in realtà si indica la gerarchia. Si dice: "La chiesa pensa…." e si fa riferimento ad un pronunciamento della gerarchia. Non si tratta di una sfumatura irrilevante, ma di una differenza sostanziale.

Ma, per quanto lo si ribadisca, il linguaggio giornalistico corrente ignora questa rilevantissima differenza. Ci può essere una chiesa senza gerarchia; anzi, la chiesa di Gesù dovrebbe escludere ogni gerarchia. In ogni caso la gerarchia, che non ha alcun fondamento nella Scrittura, è il frutto di una degenerazione storica. Al più, visto che non possiamo mettere tra parentesi secoli di potere gerarchico, la gerarchia è quella casta sacerdotale maschilista e patriarcale che pretende di rappresentare ufficialmente la chiesa cattolica. Purtroppo c'é: occorre tenerne conto. Ma è tempo di ricordare quanto scrive il teologo cattolico Xabier Pikaza: "chi si dice suddito sottomesso agli ordini di una gerarchia, non ha capito il Vangelo" (Xabier Pikaza, Sistema Libertà Chiesa, Borla, Roma 2002, pag. 67). E ancora: "La dittatura sacrale si fonda sulla superiorità gerarchica di alcuni, che si impadroniscono di un potere o sapere e in tal modo manipolano gli altri (affermando talvolta che lo fanno per il loro bene)", "come se la grazia di Dio dovesse passare attraverso alcuni filtri del potere sacro" (Idem, op. cit., pagg. 396, 479). Quindi, quando si parla di chiesa, occorrerà verificare se si parla delle donne e degli uomini che tentano di seguire il sentiero di Gesù o di un apparato burocratico. Chi esce dall'obbedienza alla gerarchia non esce dalla chiesa. Spesso, anzi, proprio per essere chiesa può essere necessario disobbedire al potere sacrale, consapevoli che un'autorità senza fondamento e autorevolezza evangelica è pura burocrazia.

In questa prospettiva nessuno ha il potere di definire a priori chi è dentro e chi è fuori della chiesa. Ma, se è auspicabile una chiesa senza gerarchia, non sembra possibile una chiesa senza ministeri. La gerarchia è potere, il ministero è servizio (vedi "Perché resto", pagg. 34-66). Questa sarebbe una confusione terribile.

Franco Barbero