mercoledì 19 luglio 2017

L'isola dell'amore

In queste serate insolitamente calde dell'estate inglese c'è una sola cosa che fanno i disinibiti adolescenti di Londra, finalmente in vacanza. No, non quella. Ma ci siete andati vicino: si sintonizzano su un canale televisivo (Itv) e guardano Love Island, il reality show di cui tutti parlano. Ne parla, in effetti, anche chi non è adolescente, non lo guarda o finge di non guardarlo, limitandosi a una sbirciatina di nascosto. Il concetto di base è identico al Grande fratello, padre di tutti i rality: prendi un gruppo di giovani concorrenti di ambo i sessi, chiudili in una casa e filmali 24 ore su 24. La differenza, nell'Isola dell'amore, è che la casa è a Maiorca e lo scopo dichiarato è accoppiarsi. Nel senso letterario del temine. Pur dormendo tutti insieme in uno stanzone in una serie di letti matrimoniali, i partecipanti non fanno altro che baciarsi, toccarsi e copulare, a mala pena mascherati dalle lenzuola. Con vari artifici, le coppie vengono continuamente sciolte e ricomposte in nuove combinazioni: chi rimane single, perché non scelto da nessuno, è eliminato. Gli uomini sono tutti palestrati. Le donne tutte Barbie. “Ultimate trash”, suprema spazzatura, lo definisce un'adolescente uscita da ottime scuole con il massimo dei voti: chi non segue ogni puntata dello show, tra i suoi coetanei, viene ritenuto strambo. Niente sesso siamo inglesi? Ma per favore.

Enrico Franceschini – Repubblica 13/07