In
queste serate insolitamente calde dell'estate inglese c'è una sola cosa che
fanno i disinibiti adolescenti di Londra, finalmente in vacanza. No, non
quella. Ma ci siete andati vicino: si sintonizzano su un canale televisivo
(Itv) e guardano Love Island, il reality show di cui tutti parlano. Ne
parla, in effetti, anche chi non è adolescente, non lo guarda o finge di non
guardarlo, limitandosi a una sbirciatina di nascosto. Il concetto di base è
identico al Grande fratello, padre di tutti i rality: prendi un gruppo
di giovani concorrenti di ambo i sessi, chiudili in una casa e filmali 24 ore
su 24. La differenza, nell'Isola dell'amore, è che la casa è a Maiorca e lo
scopo dichiarato è accoppiarsi. Nel senso letterario del temine. Pur dormendo
tutti insieme in uno stanzone in una serie di letti matrimoniali, i
partecipanti non fanno altro che baciarsi, toccarsi e copulare, a mala pena
mascherati dalle lenzuola. Con vari artifici, le coppie vengono continuamente
sciolte e ricomposte in nuove combinazioni: chi rimane single, perché non
scelto da nessuno, è eliminato. Gli uomini sono tutti palestrati. Le donne
tutte Barbie. “Ultimate trash”, suprema spazzatura, lo definisce
un'adolescente uscita da ottime scuole con il massimo dei voti: chi non segue
ogni puntata dello show, tra i suoi coetanei, viene ritenuto strambo. Niente
sesso siamo inglesi? Ma per favore.
Enrico
Franceschini – Repubblica 13/07