domenica 2 luglio 2017

NIGERIA
Cinque donne kamikaze, strage di sfollati a Kofa

Cinque donne si sono fatte esplodere domenica scorsa nel villaggio di Kofa nei pressi di Maiduguri, la capitale dello stato del Borno (nord-est della Nigeria) provocando almeno 12 morti e 11 feriti. Le esplosioni secondo quanto riportato dal portavoce della polizia del Borno, Victor Isuku, sarebbero avvenute nei pressi di una moschea e di una casa privata.
Secondo il portavoce della National Emergency Management Agency (Nema) ci sarebbero state due esplosioni nel campo per sfollati (Dalori 2), situato a Kofa, che conta circa 10 mila persone in condizioni disperate sfuggite alle violenze del gruppo armato Boko Haram.
Nonostante non ci sia stata al momento alcuna rivendicazione, il fatto che i kamikaze fossero donne lascia ipotizzare che sia opera di Boko Haram, il gruppo islamista che rappresenta a partire soprattutto dal 2009 – dopo la morte del suo fondatore Mohammed Yusuf – la più grande minaccia alla stabilità politico-economica e sociale della Nigeria.
Il Borno rimane lo Stato nigeriano più colpito dall'insurrezione che dal 2009 ad oggi ha fatto più di 20 mila vittime e costretto circa 2,7 milioni di persone ad abbandonare le loro abitazioni. Migliaia le donne rapite da Boko Haram – oltre 200 collegiali sequestrate a Chibok nel 2014 – schiavizzate, costrette a prostituirsi e in alcuni casi a farsi esplodere.
Secondo un rapporto 2016 dell'Unicef molti nigeriani temono che le donne rapite da Boko Haram siano state radicalizzate e possano reclutare altri o commettere violenza una volta tornate a casa e che i loro figli nati da stupri possono essere stati contaminati dal «cattivo sangue» dei militanti.
Il gruppo islamista ha ucciso più di 600 insegnanti e costretto più di 1200 scuole a chiudere in Nigeria, Niger, Camerun e Ciad.
Rita Plantera

(Il Manifesto 20 giugno)