Erano
gli anni '90 quando conobbi e accompagnai al matrimonio Giuseppe e
Francesca. Lei era contenta di sentirsi finalmente “la donna che
era”. La fede di questa giovane coppia era di quelle che spostano
le montagne. Ma la loro storia catechistica era tipicamente
cattolica. Io non volevo affatto negare questa loro appartenenza
parrocchiale.
Il
vecchio parroco della chiesa di Francesca, un vero uomo di Dio, dopo
molte esitazioni, affidò a me l'intero “capitolo pastorale” cioè
tutto il percorso anche liturgico fino alla celebrazione del
matrimonio nella sua chiesa parrocchiale. La parola transessuale
l'aveva sempre colpito. Per questo prete si trattava di una realtà
incomprensibile. “Come possiamo fare questa celebrazione del
matrimonio in presenza di un 'atto di battesimo' che recita
Francesco?”. Questo interrogativo lo turbava e costituiva per lui
uno scoglio insormontabile. Ci incontrammo di nuovo e dialogammo
ancora a lungo. La mia proposta fu semplice: “don Giovanni, vuole
che neghiamo questa benedizione di Dio per colpa di un registro?”.
Dopo ulteriori tentennamenti, mi aggiunse: “Senta, don Franco,
faccia lei. Mi affido. Ora anch'io sono convinto che l'amore e la
fede di questi giovani valgano di più di un pezzo di carta. Mi
ritenni autorizzato ad agire immediatamente. Presi una bella penna e
corressi l'atto di battesimo. Quella vecchia “o” di Francesco
divenne una perfetta “a”. “Ogni responsabilità sarà sua”,
mi aggiunse e poi, a celebrazione avvenuta, commosso, mi abbracciò
con le lacrime agli occhi e mi confidò di essere un prete
omosessuale... La “birbonata pastorale” era fatta in barba
all'atto di battesimo, non nel disprezzo del battesimo. La
benedizione di Dio accompagna ancora questa famiglia che oggi è
cresciuta in numero e in amore... con l'adozione di Luigi.
Ora,
dopo molti anni, penso che qualche “birbonata” teologica e
pastorale talvolta sia addirittura necessaria. Ringrazio Dio ancora
oggi per la complicità di quel vecchio parroco.
Pochi
anni dopo, quando stava per compiere l'ultimo “trasloco” nel
“porto” al quale arriva ogni nostra imbarcazione, mi disse:
“Nella vita troppe volte ho dato retta ai documenti più che alle
persone. Quella volta ce l'abbiamo fatta”. E mi abbracciò prima di
volare tra le braccia di Dio.
Don
Franco Barbero (in Benedizione delle coppia omosessuali, pag.
125-126)