Solo
Dio ha potuto, con la forza del Suo amore, donare all’umanità
questo ebreo di Galilea e accompagnarlo nelle sue scelte. L’esistenza
umana di Gesù non finirà mai di stupirci e di indicarci la
“stoltezza” delle vie di Dio. Se siamo onesti con le Scritture e
con la nostra coscienza, non possiamo fabbricarci un Gesù a nostro
uso e consumo, accomodante, manipolabile: solo il nostro egoismo o la
perfidia del potere possono tentare di “addomesticare” Gesù.
Ma
chi non sentirebbe anche tanto vicino questo Gesù, sempre alle prese
con la sua fragilità, tentato come noi di preferire l’egoismo
all’amore, bisognoso di conversione quotidiana, esposto alle prove
e alla paura, capace di piangere e di indignarsi?
Questo
Gesù che si lascia coccolare dalla donna di Betania, che impara dal
centurione e dalla Cananea, che dimostra tenerezza ed accoglienza con
la donna in casa del fariseo, che cerca la vicinanza dei discepoli
nell’ora del Getsemani, che guarda con emozione l’uomo ricco, che
chiede dell’acqua alla donna di Samaria, che s’accorge di chi lo
tocca… non può non suscitare in noi la forte consapevolezza che
anche lui ha conosciuto la realtà del vivere quotidiano. Lì lo
sentiamo vicino.
E
quando si ritira a pregare, quando si rivolge a Dio, Padre suo e
Padre nostro, quando invoca da Dio la forza per il suo cammino,
allora davvero diventa per noi il Gesù vicino, parente di questa
nostra umanità che trova in Dio la sorgente della vita e della
speranza.
Franco
Barbero