LA
ROTA DEGLI ESPOSTI
Nella
notte del 3 dicembre un bambino è stato deposto nella “Culla
termica ninna ho” dell’ospedale Federico II di Napoli. E’ una
forma moderna dell’antica Rota degli esposti. La legge 194 prevede
il parto in anonimato con la possibilità di porre il neonato in
adozione. Il ‘barbaro’ medioevo rispondeva alle nascite
indesiderate spesso frutto di violenze di ‘signori’ che si
ritenevano padroni delle loro serve. Oppure la miseria estrema
portava delle povere madri a sopprimere i neonati. In ogni città, un
monastero femminile aveva la “rota degli esposti” un cilindro
girevole con due scomparti uno all’esterno e uno all’interno nel
quale in modo anonimo veniva depositato il neonato. A Modena era in
via Ramazzini. Si suonava una campanella e si scappava. La suora
prendeva l’infante e lo cresceva in un brefotrofio. Molti di questi
piccoli mal accuditi ma specialmente per mancanza di affetto,
morivano. La madre lasciava una pezzo di stoffa o una medaglia
spezzata per ritrovare un domani il figlio abbandonato. Molti cognomi
hanno origine da questa abitudine: Degli Esposti, Degli Innocenti,
Deangeli, Santa Unione, Diotellevi, Bencivenni Incerti, Venturelli.
Anche oggi il trauma di una nascita indesiderata può avere come
risposta anche questa scelta dolorosa di abbandonare il neonato, non
in un cassonetto delle immondizie ma nella moderna “Rota”. “Io
non posso tenere il figlio che vorrei allevare e amare, ve lo dono
perché un’altra famiglia più fortunata, dia a mia figlia una vita
buona che io non posso dare”. Nella Bibbia si racconta di un altro
bimbo esposto. Il piccolo Mosè fu nascosto in una cesta e fatto
cullare sulle dolci acque del Nilo. Il faraone aveva decretato la
morte di tutti maschi ebrei. La figlia del re la vide galleggiare,
prese il bambino e lo allevò. Il “Salvato dalle acque” diventò
il grande condottiero che liberò il suo popolo. I racconti di Natale
ci parlano di un altro piccolo destinato alla morte da Erode e
salvato in modo fortunoso dagli angeli. A Modena nella nostra
civilissima città abbiamo processioni di cattivo gusto davanti al
policlinico contro gli aborti, e non c’è una “Culla termica
chiamata Ninna ho” come nella disastrata Napoli, che accolga come
la capanna di Betlemme in un tiepido abbraccio un piccolo nato senza
famiglia. Le statistiche ci dicono che quest’anno in Italia sono
nati quasi centomila bambini di meno. Molte famiglie sarebbero
felicissime di abbracciare un neonato tutto loro senza le lungaggini
delle adozioni nostrane e straniere. Facciamo in modo che tutti i
bambini possano nascere e avere “comunque” una famiglia.
Auguriamo tante nuove stelle comete che annuncino che è nato una
bambina o un bambino nuovo. Venite a vedere se vi piace.
Beppe Manni (Gazzetta di Modena 10 dicembre)