mercoledì 3 gennaio 2018

L'amico-dentista "tradisce" Beppe Grillo". Il Movimento cerca il consenso ma perde i valori"

GENOVA. La fortuna di avere 80 anni, anzi quasi 81, e poter dire cosa pensi senza troppe remore: «L'ho sentito pochi giorni fa, gliel'ho detto che non ci siamo proprio. Mi ha risposto che non capisco niente. E io gli ho dato della testa di c…», racconta Flavio Gaggero, da oltre venti anni amico nonché dentista di Beppe Grillo.
Il video di lui col camice e alle prese con due pazienti particolari sdraiati sulla poltrona, cioè lo stesso Grillo e l'archistar Renzo Piano, è finito anche nell'ultimo spettacolo del comico genovese, Grillo vs Grillo. Un gioco, perché tra trapani e altri ferri del mestiere, nello studio di Pegli spesso si discute di politica. In questi anni Gaggero non ha mai nascosto il suo appoggio ai Cinque Stelle, ma adesso è finita: «Sì, sono deluso. Hanno una classe dirigente senza alcuna cultura politica. Prima i partiti formavano gli eletti. Potevano crescere e acquisire esperienza, passo dopo passo. Adesso invece vedo una grande improvvisazione, a volte arrivismo».
Comunque sia, lo chiamano il "dentista dei vip", ma Gaggero è anche quello che cura gratuitamente i migranti. Il suo studio è una "corte dei miracoli", può entrare Gino Paoli e un attimo dopo un rifugiato della Sierra Leone. Ed è proprio sul come viene maneggiato il tema immigrazione che la disaffezione di Gaggero ha cominciato a tracimare: «Il M5S ha cominciato a seguire più i sondaggi che altro. Si sono persi di vista alcuni valori di base che prima erano chiari». In questo caso la solidarietà necessaria a prescindere, « perché in politica puoi anche fare una battaglia che sul momento non ti porta consenso, ma è quella giusta e tu lo sai. Allora puoi anche perdere oggi, ma vincerai domani. Non bisogna mai avere fretta» . Nonostante l'età Gaggero ancora oggi lavora 15 ore al giorno («Mi piace, non saprei farne a meno») ma contemporaneamente, insieme alla Comunità di San Benedetto al Porto, quella che fu di don Andrea Gallo, segue alcuni progetti per la cura e l'inclusione dei migranti. Non solo a Genova ma anche a Ventimiglia. «Il "don" me lo diceva sempre, come Occidente dobbiamo sdebitarci nei confronti di quei popoli, li abbiamo saccheggiati per secoli. E nessuno di noi ha scelto dove nascere, né io né loro».
Resta quindi la delusione, politica, verso i Cinque Stelle: «Prenda Luigi Di Maio. Per come la vedo io - continua - è uno che ha imparato a memoria la lezioncina, le cose da dire. Ma oltre a quello, cosa c'è?». E se fino a qualche mese fa Gaggero criticava il M5S - vedi ad esempio sul caso Cassimatis - ma senza prenderne le distanze, adesso la bocciatura è completa. «Io rimango un socialista anarchico. Me ne andai dal Psi quando arrivò Bettino Craxi. All'inizio con Grillo si erano messe in moto belle energie, ora non le vedo più», ragiona. Nel 2013 Gaggero ricevette una telefonata da Pier Luigi Bersani. L'allora segretario del Pd cercava un contatto diretto con Grillo, qualcuno che perlomeno potesse parlarci e magari convincerlo ad accettare la proposta di governo post- elezioni. La mediazione andò male.
Adesso la divergenza politica con il fondatore del Movimento si è conclusa con l'ultimo scambio di cordiali epiteti. «Ma sì, mi parlava di quella moneta strana, i bitcoin, lui è fatto così, guarda sempre avanti. Io cercavo di restare più sul concreto invece». L'amicizia però rimane, assicura: «A Beppe voglio comunque bene».
Matteo Pucciarelli

(la Repubblica 19 dicembre)