domenica 21 gennaio 2018

Ora la Casa Bianca vuole cacciare 200mila salvadoregni

NEW YORK. Dopo gli haitiani e i nicaraguensi, anche 200mila immigrati dal Salvador, che dopo il terremoto del 2001 potevano vivere legalmente negli Usa, dovranno lasciare il paese. L'ordine conferma la linea dura imposta da Trump contro l'immigrazione: la Casa Bianca ha già limitato l'accoglienza di rifugiati, varato norme vessatorie per chi richiede il visto da stati musulmani, scatenato gli agenti per espellere gli illegali, chiuso il programma per i giovani "dreamers" (cioè gli stranieri arrivati da bambini") e avviato i preparativi per la costruzione di un muro alla frontiera messicana, che costerebbe 18 miliardi di dollari per i primi mille chilometri.
I salvadoregni sono il gruppo più numeroso a godere del Tps (Temporary protected status), una deroga, voluta da George Bush nel 1990, alle norme dell'immigrazione per chi viene da zone devastate dalle guerre  (come la Bosnia), da epidemie (come la Liberia durante l'Ebola) o da calamità naturali. Ma sarà proprio questo "status Tps" per gli immigranti dal Salvador, con le relative tutele, a scadere il 9 settembre 2019, quando dovranno essere tutti fuori dai confini americani. La scadenza è stata decisa per dare tempo a tutti di trasferirsi in modo ordinato, ma anche per permettere di trovare eventuali soluzioni a livello politico. Non è un mistero che Trump stia cercando un compromesso con i democratici, offrendo loro concessioni in cambio di un sostegno ad alcune misure sull'immigrazione nella legge di bilancio, prima fra tutte del muro lungo la frontiera messicana. I democratici sono pronti a negoziare, ma non ad accettare il ricatto del muro per ragioni di principio e perché la Casa Bianca appare debole.
Arturo Zampaglione

(la Repubblica 9 gennaio)