martedì 27 febbraio 2018

"D'Alema e Bersani, due amici che hanno sbagliato"

BOLOGNA. Romano Prodi e Paolo Gentiloni. Abbracciati sul palco, seduti vicini, in posa per i fotografi a scambiarsi complimenti. Alla convention bolognese di Insieme, la lista creata dal prodiano Giulio Santagata con verdi e socialisti per puntellare a sinistra il Pd, il Professore torna a una «assemblea politica» dopo nove anni e incorona il premier come autentico figlio dell'Ulivo. Gli riconosce «il lavoro che sta facendo in un momento difficile, in cui abbiamo bisogno di mostrare un Paese sereno, con idee chiare, che vede i propri limiti e i propri meriti in Europa e ricostruisce il suo ruolo» . Poi dichiara apertamente: «Sono qui per sostenere la coalizione di centrosinistra, ma soprattutto questa parte della coalizione: la lista "Insieme". È il mio sogno, quello di vedere unito il centrosinistra» . Per questo, critica Pier Luigi Bersani e Massimo D'Alema: «Sono ancora amici, ma hanno profondamente sbagliato perché questo è il momento in cui nello stare insieme si decide il futuro del Paese. I protagonisti della scissione hanno indebolito enormemente questo disegno, la democrazia moderna esige raggruppamenti».
Il Teatro delle Celebrazioni di Bologna, non pienissimo, è tutto concentrato sul duetto con Gentiloni. «Qui c'è lo spirito dell'Ulivo» dice il Professore. Tutti pensano al '96. Ci spera Giulio Santagata, che introduce il premier come «una guida tranquilla per un Paese che non ama esser comandato» e lo chiama sul palco con una gag: «Paolo, vieni su, e porta con te anche quel catorcio di Prodi» . Premier ed ex premier ci ridono su e s'abbracciano, mentre alle loro spalle compare la foto dei manifesti dell'Ulivo vincente e lo slogan d'allora: «La serietà al governo» . «Ecco perché Paolo è qui» scatta subito la battuta di Prodi. Gentiloni il serio, insomma. Elogio che il capo dell'esecutivo ricambia lodando Prodi come « maestro cui ispirarsi» e il suo Ulivo come «il tessuto vero, ancora oggi, del centrosinistra che nasce per governare». Incoronando Gentiloni e annunciando il suo voto per Insieme e non per il Pd, il Professore riesce così a fare un favore al centrosinistra, ma non a Renzi. «Avrei gradito un programma per raddrizzare il Paese - dice pungente - non per cercare di prendere i voti di qualche categoria con qualche esenzione fiscale » . Poi, parlando della coalizione di centrosinistra, aggiunge: «Non deve essere un'alleanza difensiva, ma all'attacco. Maggiore eguaglianza ed Europa, è tutto qui quello di cui abbiamo bisogno».
Silvia Bignami

(la Repubblica 18 febbraio)