Rispondere
direttamente alle affermazioni razziste del leghista e candidato
governatore della Lombardia Attilio Fontana è da un lato troppo
facile e, dall’altro, inutile. Infatti si rischia di mettere al
centro del discorso le farneticazioni, le paure e l’egoismo.
Tuttavia, non si può rimanere in silenzio.
In
questa direzione è d’aiuto un racconto di Natalia
Ginzburg, “Le
piccole virtù” che
poi dà il nome all’antologia. Sebbene il titolo faccia pensare a
una predilezione dell’autrice per le “piccole”, la conclusione
sorprendente è la predilezione per le “grandi” virtù:
“Per
quanto riguarda l’educazione dei figli, penso che si debbano
insegnar loro non le piccole virtù, ma le grandi. Non il risparmio,
ma la generosità e l’indifferenza al denaro; non la prudenza, ma
il coraggio e lo sprezzo del pericolo; non l’astuzia, ma la
schiettezza e l’amore alla verità; non la diplomazia, ma l’amore
al prossimo e l’abnegazione; non il desiderio del successo, ma il
desiderio di essere e di sapere. Di solito invece facciamo il
contrario: ci affrettiamo a insegnare il rispetto per le piccole
virtù, fondando su di esse tutto il nostro sistema educativo”.