IL
PAESE DEI BALOCCHI PROMESSO DAI
POLITICI
(Gazzetta di Modena - Beppe Manni 18-2-18)
In
questa lunga vigilia elettore ascoltiamo
le promesse dei politici: spesso scatole vuote. Flatus vocis. A un
popolo distratto dal ‘panem et circenses’ pane e giochi:
supermercati luccicanti e stupidi spettacoli, i ‘candidati’
spesso promettono di tutto come venditori di piazza: case, pensioni,
poche tasse, esenzioni e condoni edilizi, via i ‘neri’ e i
‘marocchini’. Eccetera.
Parole
proibite nei
programmi elettorali. “Verde”:
chi mai parla di risparmio
energetico, riconversione delle industrie, di terra saccheggiata e
avvelenata, di economia alternativa? “Terroristi”:
sono solo arabi e immigrati, nessuno cita la “Mafia”
la Camorra e la Ndrangheta un ‘terrorismo’ ben più pericoloso e
italiano che ogni giorno ruba e uccide: un cancro maligno che soffoca
la nostra economia e avvelena i giovani. “Conflitto
di interesse” abbiamo
regalato tre televisioni nazionali in mano a un vecchio mai sazio di
potere e di denaro.
”Concordato”: ha inficiato
in modo patologico la libertà e la laicità dello stato. “Pace
e guerra”: nessun politico o
sindacalista parla della vendita di armi ai paesi in guerra o ci
ricorda che solo ad Aviano a cento chilometri da Modena, sono stivate
50 bombe atomiche primo obiettivo di una guerra alle porte. “Super
stipendi”: chi propone
concretamente di smagrire non solo i vitalizi dei politici e gli
stipendi dei parlamentari (alcuni in verità lo fanno), ma le oscene
parcelle che paghiamo ai ‘bravi’ e simpatici prestatori
televisivi? O a calciatori, piloti di Formula 1. Ai dirigenti ecc.?
E
poi le parole, o mio dio quante parole tutte uguali
che blandiscono ma più spesso sono minacciose e ricattatorie!
Cercheremo di votare uomini
onesti, saggi e capaci, che
non curano i loro interessi ma il bene dei cittadini e dell’Italia
oggi e nel futuro. Non dei venditori di fumo. Che dicono parole non
per il consenso degli imbecilli e degli sprovveduti ma per la
felicità e il benessere della gente che non ha il tempo e le
competenze di informarsi e comprendere, risucchiati spesso dalla
tragica quotidianità.
Non
ascoltiamo più le parole. Informiamoci, leggiamo la loro biografia
professionale, politica e familiare.
Nella
Sala del Consiglio dei Nove a Siena, Lorenzetti
nel 1339 ha affrescato sulle pareti
l’Allegoria del Buon Governo:
in alto la Giustizia con la bilancia che presiede alla Concordia
frutto delle virtù del buon vivere civile: pace amore, onestà,
fiducia, speranza, fortezza, prudenza, temperanza, pace; nella città
c’è gioia, si lavora, si danza e si commercia sicuri; in campagna
in un dolce paesaggio primaverile, i contadini al lavoro. Poi
l’Allegoria del Cattivo
Governo: sono effigiate
tirannide, crudeltà, tradimento, falsità, frode, furore, divisioni,
guerra; frutti della superbia, dell’avarizia e della vanagloria;
la città è piena di morti e aggressioni, i casolari della campagna
incendiati e uccisi dai mercenari, regna ovunque il terrore.
Cittadini
prima del voto andate a Siena a meditare.