lunedì 26 febbraio 2018

UN INVITO ALLA SAGGEZZA

IL PAESE DEI BALOCCHI PROMESSO DAI

POLITICI (Gazzetta di Modena - Beppe Manni 18-2-18)

In questa lunga vigilia elettore ascoltiamo le promesse dei politici: spesso scatole vuote. Flatus vocis. A un popolo distratto dal ‘panem et circenses’ pane e giochi: supermercati luccicanti e stupidi spettacoli, i ‘candidati’ spesso promettono di tutto come venditori di piazza: case, pensioni, poche tasse, esenzioni e condoni edilizi, via i ‘neri’ e i ‘marocchini’. Eccetera.
Parole proibite nei programmi elettorali. “Verde”: chi mai parla di risparmio energetico, riconversione delle industrie, di terra saccheggiata e avvelenata, di economia alternativa? “Terroristi”: sono solo arabi e immigrati, nessuno cita la “Mafia” la Camorra e la Ndrangheta un ‘terrorismo’ ben più pericoloso e italiano che ogni giorno ruba e uccide: un cancro maligno che soffoca la nostra economia e avvelena i giovani. “Conflitto di interesse” abbiamo regalato tre televisioni nazionali in mano a un vecchio mai sazio di potere e di denaro. ”Concordato”: ha inficiato in modo patologico la libertà e la laicità dello stato. “Pace e guerra”: nessun politico o sindacalista parla della vendita di armi ai paesi in guerra o ci ricorda che solo ad Aviano a cento chilometri da Modena, sono stivate 50 bombe atomiche primo obiettivo di una guerra alle porte. “Super stipendi”: chi propone concretamente di smagrire non solo i vitalizi dei politici e gli stipendi dei parlamentari (alcuni in verità lo fanno), ma le oscene parcelle che paghiamo ai ‘bravi’ e simpatici prestatori televisivi? O a calciatori, piloti di Formula 1. Ai dirigenti ecc.?
E poi le parole, o mio dio quante parole tutte uguali che blandiscono ma più spesso sono minacciose e ricattatorie! Cercheremo di votare uomini onesti, saggi e capaci, che non curano i loro interessi ma il bene dei cittadini e dell’Italia oggi e nel futuro. Non dei venditori di fumo. Che dicono parole non per il consenso degli imbecilli e degli sprovveduti ma per la felicità e il benessere della gente che non ha il tempo e le competenze di informarsi e comprendere, risucchiati spesso dalla tragica quotidianità.
Non ascoltiamo più le parole. Informiamoci, leggiamo la loro biografia professionale, politica e familiare.
Nella Sala del Consiglio dei Nove a Siena, Lorenzetti nel 1339 ha affrescato sulle pareti l’Allegoria del Buon Governo: in alto la Giustizia con la bilancia che presiede alla Concordia frutto delle virtù del buon vivere civile: pace amore, onestà, fiducia, speranza, fortezza, prudenza, temperanza, pace; nella città c’è gioia, si lavora, si danza e si commercia sicuri; in campagna in un dolce paesaggio primaverile, i contadini al lavoro. Poi l’Allegoria del Cattivo Governo: sono effigiate tirannide, crudeltà, tradimento, falsità, frode, furore, divisioni, guerra; frutti della superbia, dell’avarizia e della vanagloria; la città è piena di morti e aggressioni, i casolari della campagna incendiati e uccisi dai mercenari, regna ovunque il terrore.
Cittadini prima del voto andate a Siena a meditare.