Dal
Vangelo di Luca il capitolo 10, 1-12
17-20
Questi
versetti del capitolo decimo riprendono la memoria di Gesù che
vuole preparare i suoi discepoli ad affrontare il futuro che verrà.
E'
significativo che Gesù li mandi nei villaggi in cui è stato o andrà
perché i discepoli non tengano per sé l'esperienza e le scoperte
fatte con Gesù e imparino a condividerle e a trasmetterle alle
persone che incontrano.
Quando
Luca scrive queste queste parole erano trascorsi oltre 50 anni dalla
morte di Gesù e la sua comunità era tentata di chiudersi in se
stessa.
Ricordare
l'invio prima dei dodici e, poi dei 72 (numero simbolico che indicava
l'apertura a tutte le nazioni e popoli), significava dare uno
scossone alla comunità per ricordare che non si vive solo per se
stessi ma per dare testimonianza.
Versetto
1: li manda a due a due: anche questo no n è scritto a caso. Era in
Israele una tradizione degli itineranti perché il viaggio e la
missione erano faticosi... ed esposti allo scoraggiamento. In due ci
si poteva sostenere e riprendere fiducia nei momenti più difficili..
Al
versetto 4 “Non portate né borsa, né sacca....”si parla appunto
dell'equipaggiamento del discepolo estremamente leggero: il messaggio
è chiaro: se si ha fiducia in Dio, nella missione che uno vuole
compiere, non c'è bisogno di tante cose.
Nei
secoli successivi, quando venne meno la fede e il centro del
messaggio, la preoccupazione si spostò sul garantirsi tante
sicurezze .
Non
parliamo poi dei secoli in cui quando si cominciò a parlare di
missione verso il mondo, ma con lo stile e i mezzi della conquista.
Siamo
al versetto 11. Un insegnamento prezioso:
“Vi
capiterà di non essere accolti, non fermatevi, date loro
testimonianza e riprendete la strada. Qui Gesù è molto saggio
perché li mette in guardia dai facili trionfalismi perché non
andrà sempre tutto bene come voi vi aspettate.
Gli
ultimi versetti che abbiamo letto dal 17 al 20 mi sembrano una
continuazione al discorso sulla missione.
Mi
è piaciuto questo “quadro” gioioso. Mentre altre volte i
discepoli non erano riusciti a fare nulla , qui viene narrato un
momento felice e fecondo della loro missione; tanto che Gesù con un
linguaggio enfatico e celebrativo esclama: “Ho visto Satana cadere
dal cielo”.
Qui
emerge il tratto particolare di Gesù come maestro: Gesù sa
rimproverare, evidenziare i limiti e correggere i discepoli, ma sa
anche incoraggiare e mettere in luce il loro impegno e valorizzare il
loro entusiasmo.
Ancora
una piccola annotazione sul v.20.
Se
qualcosa vi andato bene (gli spiriti vi hanno obbedito) non fatevene
un vanto ma pensate che i vostri nomi sono scritti nel cuore di Dio ,
cioè avete fatto qualcosa che piace a Dio. Una lezione di fiducia e
umiltà.
fiorentina Charrier