sabato 21 aprile 2018

UMILTA' GRAZIE ALLE COSE

Stavo spazzando gaiamente la camera quando mi sono accorto di un batuffolo di polvere sotto il letto, al quale non riuscivo ad arrivare con la scopa. Così mi sono infilato sotto e ho teso un braccio per stringerlo tra le dita. Alzandomi sono rimasto sorpreso di me stesso: “Guarda, un uomo pieno di orgoglio che si schiaccia sul pavimento, non per pregare, ma per raccogliere un batuffolo di polvere”…. Quante volte ti trovi a tagliuzzare un sughero per farlo entrare in una bottiglia di vino incominciata, ad avvitare una lampadina sul soffitto, a cucire una tasca bucata, a rimettere un bottone… Fai cose infime e minime, tu che studi e scrivi, che ami e conosci, che contempli l’universo e critichi morali e politiche, che avanzi osservazioni sul cielo e sulla terra. E poi eccoti lì che ti domandi se le unghie dei piedi sono abbastanza corte o, peggio, se le ascelle della maglia sono già troppo sudate per indossarla un altro giorno.
Questa scuola di umiltà da parte delle cose non mi dispiace. E’ il nostro fascino essere alti e bassi, sublimi e plebei, lindi e sudici. In particolare le donne, abituate a questa perenne convivenza dello spirituale e del corporale, dell’alto e del basso, danno, in virtù proprio di essa, un senso affascinante di vertigine, di legame scandaloso con la vita vera, di solidarietà unanime tra prosa e poesia, tra pelo e iride, tra divino e fango.
(Enrico Capodoglio, http://www.palinsestodeipensieri.it)